“Il crollo a Scampia che ha causato due morti, 13 feriti e circa 800 sfollati è da considerare come una calamità naturale, abbiamo bisogno dell’aiuto del governo”. A dirlo è l’assessore al Welfare del comune partenopeo Luca Trapanese che da ieri sera si trova all’esterno della vele B (vela celeste, ndr) per cercare di trovare una soluzione all’emergenza abitativa creata in seguito allo sgombero di decine di famiglie a causa del cedimento di un ballatoio al terzo piano della struttura. “Stiamo parlando di situazioni sociali complicate – prosegue Trapanese – in tutto ci sono 329 bambini, 73 disabili ma anche malati oncologici e gente anziana, questa è una vera e propria emergenza sociale”. Dello stesso avviso anche il vicepresidente del consiglio comunale di Napoli Salvatore Guangi. “Per dare un’idea del problema abitativo oltre ovviamente all’immane tragedia avvenuta – dice Guangi – bisogna tener presente che mai in questa città era stato eseguito uno sgombero di 800 persone per questo ora la priorità è trovare una sistemazione per questi cittadini che non siano le tende”. Nel frattempo dalla Prefettura fanno sapere che sarebbero state individuate alcune strutture che possono ospitare una parte degli sfollati. “Le strutture che per adesso abbiamo trovato – dice il prefetto di Napoli Michele Di Bari possono accogliere circa 300\400 persone, stiamo lavorando – ha concluso il prefetto – per far fronte all’emergenza”. Il primo cittadino Gaetano Manfredi ha precisato che gli sgomberi sono stati effettuati per permettere le verifiche del caso e che un quadro preciso di quante famiglie non potranno rientrare in casa si avrà nel giro di 24 ore. “Nel frattempo – ha spiegato Manfredi – abbiamo messo a disposizione le palestre delle scuole del territorio per gli sfollati per gestire questa fase transitoria”. Una soluzione temporanea che però non è piaciuta ai cittadini che chiedono risposte concrete e rapide. Una parte degli 800 sfollati in segno di protesta ha lasciato le tende allestite fuori le vele dalla Protezione Civile e ha occupato i locali della sede di Scampia dell’Università Federico II.
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