Che i social dettino le mode del momento relative all’abbigliamento, anche se a volte sono di pessimo gusto, lo sapevamo da tempo. Quello che però ha scoperto una nuova ricerca britannica è che i social sono anche il motivo per cui molte persone della Generazione Z mangia cibo che non li piace con l’intento di seguire un’alimentazione sana. “Si rinuncia al gusto nell’erronea idea che gli alimenti che fanno bene sono anche quelli che fanno male”, commenta Emi Bondi, presidente della Società italiana di psichiatria e direttrice del dipartimento di salute mentale della ASST di Bergamo. “La verità però è che il gusto e il piacere o il disgusto e il non piacere è anche una difesa del nostro organismo nei confronti dei cibi che fanno bene o male”, aggiunge.
La ricerca, commissionata dall’azienda britannica Warburtons, ha rilevato che oltre un terzo delle persone appartenenti alla Gen Z ammette di non apprezzare il cibo che cucina ma che, per seguire un’alimentazione sana e proteica, trova necessario rinunciare al gusto. Di questo, il 64% mangia ciò che i social consacrano come sano e, pur di mangiare ciò che è considerato benefico, i nati tra il 1995 e il 2010 rinunciano alla bontà. Parliamo di frullati verdi, di intrugli con uova crude e una moltitudine di altre ricette “disgustose” che sui social vengono promosse come salutari. In particolare, il 18% degli intervistati ha ammesso di non apprezzare i frullati proteici ma di continuare comunque a consumarli, mentre un quarto di questi afferma di provare disgusto quando ne beve uno. Ad avere un certo peso è anche l’apparenza. I giovanissimi sono quelli più disposti a consumare un pasto sano di fronte a famigliari e amici per dimostrare di seguire una dieta equilibrata, anche se quelle pietanze non gli piacciono affatto.
Sempre la stessa ricerca, evidenzia che la Gen Z è quella con meno idee chiare su cosa costituisca esattamente una dieta equilibrata (40%) e ha scarse conoscenze nutrizionali (19%). Sono, invece, le persone dai 65 anni in su a concentrarsi maggiormente sul gusto e meno su ciò che il loro pasto contiene, secondo lo stesso studio, sebbene abbiano una migliore comprensione di cosa contribuisca a una dieta sana.
“Dietro la moda di alimentarsi con prodotti non piacevoli al gusto, ma venduti come salutari, c’è l’influenza dei social”, evidenza Bondi. “Spesso i social si fanno portavoce di messaggi non corretti dal punto di vista nutrizionale, a volte anche per seguire interessi commerciali come nel caso di integratori. Bisogna però stare attenti – conclude – a fare affidamento solo su una corretta informazione, tenendo ben presente che cioè che ha un cattivo gusto non è automaticamente buono per la salute”.