Prima il centrodestra presenta e approva (un anno fa) una modifica al testo sui criteri generali per la validità e la nullità dei voti alle elezioni politiche, poi la giunta delle elezioni della Camera provvede alla revisione delle schede bianche e nulle nel collegio uninominale di Cosenza alla Camera. Terminata la verifica si ribalta il risultato del voto: Andrea Gentile di Forza Italia è eletto a Montecitorio, mentre esce dalla Camera Elisa Scutellà del Movimento 5 stelle.

All’esito dello spoglio delle politiche del 25 settembre del 2022 nel collegio uninominale Calabria 02 era risultata eletta la candidata del Movimento 5 stelle Laura Orrico. Grazie a 484 voti in più aveva battuto il candidato della coalizione di centrodestra, l’azzurro Andrea Gentile figlio di Antonio ex senatore di Forza Italia e più volte sottosegretario con i governi Berlusconi, Renzi e Gentiloni.

La giunta delle elezioni ha così riconteggiato le schede bianche e nulle del collegio tenendo conto della novità introdotte dall’emendamento che aveva come primo firmatario il forzista Pietro Pittalis insieme ad altri del centrodestra. Secondo quanto si apprende, a seguito del riconteggio, il centrodestra ha recuperato 958 voti, mentre sono stati 234 quelli recuperati dal Movimento cinque stelle e 263 dal centrosinistra. A procedura conclusa, Gentile ha ottenuto così 240 voti in più rispetto a Orrico. Adesso terminati i passaggi formali, nelle prossime settimane, la maggioranza aumenterà la sua presenza nell’emiciclo di Montecitorio a scapito dei 5 stelle. A perdere il seggio non sarà pero Orrico che era stata eletta anche nel proporzionale ma la deputata Elisa Scutellà che aveva preso il posto lasciato libero dalla collega.

Da marzo a fine giugno del 2023 si è tenuto un vero e proprio braccio di ferro in giunta delle elezioni. La regola alle politiche del 2022 – dove si vota con un unica scheda sia per il proporzionale che per il maggioritario – era che la scheda va annullata quando “quando contenga una o più espressioni di voto che non offrano la possibilità di identificare la lista prescelta dall’elettore”. “Si supponga, ad esempio, che l’elettore abbia tracciato un segno su due liste“, si legge nel vademecum del Ministero dell’Interno di quella tornata elettorale. L’emendamento di Pittalis ha previsto, invece, che “i voti espressi con segni sul contrassegno di più liste, collegate tra loro” devono essere “attribuiti al candidato del collegio uninominale“. Alla base, sottolineava il deputato di Forza Italia, “il principio del favor voti“, cioè tenere conto dell’effettiva volontà dell’elettore. “Va ripristinato il principio per cui – affermava Pittalis – per l’uninominale se viene messa la croce su più simboli della stessa coalizione va considerato rafforzativo dell’espressione di voto dell’elettore”.

Una novità che era stata molto criticata dal Movimento 5 stelle, ritenendola “ad personam”: “Intendono compiere un blitz per sovvertire, attraverso la modifica ex post delle regole vigenti, l’esito elettorale delle ultime politiche”, dichiarava nel marzo del 2023 Vittoria Baldino, vicecapogruppo a Montecitorio. I deputati del M5s avevano anche occupato la giunta a maggio per protestare contro la proposta del centrodestra. “Questa è davvero disinformazione creata ad arte: mi chiedo come si possa solo ipotizzare l’esito di una verifica di cui non conosciamo nulla perché non sono stati esaminati i ricorsi e quante possano essere le nulle”, replicava Pittalis. A fine giugno quell’emendamento è stato approvato e oggi è arrivato l’esito della revisione delle schede. Risultato: dentro Gentile e fuori la deputata M5s.

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