Ha combattuto a lungo con una malattia e non ce l’ha fatta. Il 22 luglio, Paola Bolaffio, 62 anni, all’ospedale di Albano Laziale è venuta a mancare, lasciando un grande vuoto nel panorama giornalistico italiano, in particolare quello ambientale di cui è stata portavoce nell’ultimo ventennio. Fondatrice e direttrice del Progetto editoriale Giornalisti nell’Erba è la sua stessa redazione ad annunciare con un post su facebook la sua scomparsa. “Questa mattina una forte folata di vento ha gonfiato le vele ha fatto salpare la barca del nostro capitano, la nostra direttrice, Paola Bolaffio, verso mari di un’altra dimensione”. Un messaggio per ricordare il suo temperamento forte e la sua passione incondizionata per il mare e la vela.

Sergio Costa, vicepresidente della Camera, in una nota dice: “Si è spenta Paola Bolaffio, giornalista ambientale tenace e appassionata. Il suo progetto, diventato realtà solida, dei Giornalisti nell’erba, ha formato tantissime ragazze e ragazzi ai temi ambientali. Paola è stata una voce importante per la divulgazione ambientale. Ci mancherà”. A ricordarla, poi, ci sono i suoi Castelli Romani. Fausto Giuliani, sindaco di Colonna, la saluta così: “Riposa in pace nella consapevolezza di aver seminato bene”. Mentre l’amministrazione di Frascati si stringe al dolore della famiglia parlando di “giornalista dallo sguardo lungimirante”.

Frascati è la città dove ogni anno – fino al brusco arresto del lockdown – si teneva la “Giornata nazionale di Giornalisti dell’Erba”, un evento formativo che riuniva da tutta Italia centinaia di studenti e dove veniva assegnato ai giovani e alle classi più promettenti il premio nazionale e internazionale di giornalismo ambientale. Paola Bolaffio inizia la sua carriera come giudiziarista per Paese Sera, La Gazzetta e L’Indipendente e insieme a Gaetano Savatteri scrive “Premiata ditta servizi segreti”. Ma gli anni della maturità sono tutti consacrati alla scienza e all’ambiente fino a diventare membro del comitato scientifico per l’Agenda 2030 dell’Unesco. Membro del consiglio direttivo di Frascati Scienza e responsabile ufficio stampa per la relativa “Notte Europea dei Ricercatori”. Referente per la formazione dell’ufficio di presidenza FIMA (Federazione Italiana Media Ambientali). Collaboratrice e inviata alle Conferenze Onu sul Clima per La Stampa Tuttogreen.

Il 2006 è il suo anno più importante. Quello che dà vita a Giornalisti nell’Erba, giornale e progetto di cui resta direttrice fino alla fine. Una realtà ambiziosa e visionaria che riscuote successo, ma forse non sempre capita. Un progetto dell’associazione “Il Refuso” che vanta il contributo del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e le partnership di agenzia giornalistica Ansa, Federazione nazionale della Stampa e European space agency. “Non in erba ma nell’erba”, sottolineava a quanti sbagliavano. Perché Giornalisti nell’erba è vero che partiva dalle scuole elementari ma diventava una comunità di formazione scientifico-ambientale che faceva dialogare gli studenti con gli adulti: docenti, scienziati, politici e professionisti del mondo dell’impresa. Una rete di scuole capace di coinvolgere 5mila studenti in Italia e in Europa e al contempo una rete di docenti in continua formazione. “Giornalisti nell’Erba è un laboratorio permanente e anche itinerante per la creazione e l’esercizio di una nuova lingua per l’ambiente”, lo definiva Bolaffio.

Come ricordano i tanti messaggi di cordoglio, l’idea di Bolaffio era fare informazione ambientale in una “lingua universale” con un taglio non ripiegato al solo mondo dei fruitori della divulgazione né d’altro canto col rischio di banalizzazioni di una stampa generalista. E sempre i tanti messaggi ricordano la penna di Bolaffio come “diretta, senza fronzoli, dritta al segno, un po’ come la sua persona”. Nell’idea di Bolaffio c’era un giornalismo ambientale che sapeva avvicinare le scuole alle aziende, ad esempio indagando sui bilanci di sostenibilità. Ed è proprio in questo ambito che nel 2015 in occasione dell’Expo di Milano, Giornalisti nell’Erba è protagonista in progetti insieme a Barilla, Carlsberg e Nestlé.

Numerose, poi, sono le attività organizzate nelle scuole superiori per insegnare ai ragazzi a lavorare “con la cassetta degli attrezzi del giornalista” che riteneva indispensabile “sia per la formazione scolastica che per la vita”. A tal proposito si ricordano gli anni come protagonista al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, in collaborazione con i giovani del Liceo Alessi. Bolaffio ha sempre letto con anticipo i tempi. Di fatto proponendo un’alternanza scuola lavoro ante-litteram, coinvolgendo i ragazzi a fare del giornalismo col loro semplice cellulare e cuffiette, quando ancora non si parlava di “MoJo (Mobile journalism)”, così come quando ancora si chiamavano bufale, ha portato la riflessione sul tema delle “Fake news”. Anche se scossa dalla malattia, ha contribuito alla battaglia dell’ambiente fino alla fine e nel 2023 la sua scrittura compare tra gli autori di “Prime 10 scienziate per l’ambiente”. I suoi ultimi sforzi tesi al racconto di grandi donne: dieci scienziate dimenticate dalla storia. Lei, una grande donna.

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