La violenza contro le donne è “un’emergenza nazionale“: è l’allarme lanciato da un rapporto della polizia della Gran Bretagna che punta il dito anche contro personaggi pubblici e influencer che “spargono misoginia”. Secondo il rapporto presentato questa mattina, nel Regno unito cresce l’allarme sulla diffusione delle violenze ai danni delle donne. Che siano domestiche o consumate fuori casa, la denuncia di questo tipo di reati – secondo dati raccolti tra Inghilterra e Galles – è aumentata del 37% tra il 2018 e il 2023.
Nell’illustrare il rapporto in questione – un documento tecnico di fonte indipendente commissionato mesi fa per fare il punto della situazione – Maggie Blyth, la vicepresidente del College of Policing (la principale accademia di polizia britannica), ha affermato che i dati scaturiti dall’indagine indicano la presenza di “un’emergenza nazionale” alla quale far fronte. Tra veri e propri reati e violazioni di disposizioni, il numero degli episodi censiti nel periodo in esame sale ad una media di circa 3mila al giorno. Una donna ogni 12 (dato probabilmente sottostimato), denuncia degli abusi e sono circa un milione le vittime quantificate nell’ultimo anno preso in considerazione dal rapporto. Blyth ha parlato anche di un problema culturale, sottolineando la necessità di intervenire preventivamente per far sì che questo tipo di violenze cessi di essere considerato “inevitabile” in determinati tipi di ambienti culturali e sociali. La repressione penale, ha aggiunto, dovrebbe essere usata solo come “ultimo ricorso”.
Il rapporto, inoltre, evidenzia anche l’impatto nocivo di personaggi pubblici e influencer, come Andrew Tata, l’ex kickboxer e sedicente uomo d’affari, divenuto popolare nel Regno e negli Usa, e di recente arrestato in Romania con accuse di violenze sessuali e sfruttamento della prostituzione. Nel rapporto, Tate è indicato come modello di “misoginia estrema e aggressiva”.