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Indagine dell’Antitrust Ue su Delivery Hero e Glovo: sospetto cartello sui prezzi e accordo per non sottrarsi i dipendenti

Le piattaforme della gig-economy vedono la loro disputa con Bruxelles arricchirsi di un nuovo capitolo. La tedesca Delivery Hero (che controlla marchi come Foodora) e la spagnola Glovo sono finite nel mirino dell’antitrust Ue che, dopo perquisizioni a sorpresa nei quartier generali delle due major del cibo a domicilio a Berlino e a Barcellona, ha fatto scattare un’indagine approfondita per sospetta collusione sui prezzi e altre pratiche sleali legate anche ai dipendenti. Accuse davanti alle quali le società assicurano all’Ue “piena collaborazione” con l’impegno – scandito usando le stesse parole seppur in note stampa separate – di “rispettare tutti i requisiti normativi“.

La squadra guidata da Margrethe Vestager vuole vederci chiaro su un possibile cartello. Cioè accordi studiati a tavolino dalle società per tagliare fuori le concorrenti in un settore “in rapida crescita”. E che potrebbero essere andati a detrimento di consumatori e lavoratori. Tutto avrebbe avuto origine tra il 2018 e il 2022: le sospette pratiche anticoncorrenziali tra le due compagnie, nelle accuse Ue, sarebbero state concordate quando il gigante tedesco del take away era ancora azionista di minoranza dell’azienda spagnola, prima di assumerne il controllo esclusivo. Delivery Hero e Glovo – attive a livello globale rispettivamente in oltre 70 e 25 Paesi – avrebbero infatti convenuto di spartirsi i mercati seguendo aree geografiche di attività e di condividere “informazioni commercialmente sensibili” su strategie commerciali, prezzi, capacità, costi, caratteristiche dei prodotti. E si sarebbero rese protagoniste di un patto cosiddetto anti-bracconaggio per “non sottrarsi reciprocamente i dipendenti“, una prima inedita tra i rami d’inchiesta dell’antitrust comunitario.

Sospetti davanti ai quali la Commissione europea ha dato il via a diversi blitz condotti nel luglio 2022 e nel novembre 2023 nelle sedi delle due società, aiutata dagli inquirenti delle autorità nazionali garanti della concorrenza. Poi la decisione di passare in via prioritaria alla fase due dell’indagine. Nelle settimane scorse Delivery Hero – quotata a Francoforte – aveva preannunciato di aver da poco iscritto nei suoi conti un accantonamento eccezionale di “più di 400 milioni di euro” legato a questo caso. Una precisazione che lascia poco spazio all’immaginazione sull’esito dell’istruttoria che non ha scadenza legale: presto o tardi il gruppo tedesco e la sua sussidiaria potrebbero incappare in una severa sanzione.