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La stalker delle ambulanze ha chiamato 400 volte il numero d’emergenza solo per salire sopra e fare un giro: è stata arrestata per “abuso seriale”

Imputata per reato di interruzione di servizi pubblici, reato di falsi allarmi e 25 capi di imputazione per reati minori legati all'uso improprio dei sistemi di emergenza

Ognuno di noi ha i suoi vizi, le sue passioni, gli hobby e anche qualche ossessione (sana). C’è chi, invece, poi esagera e tramuta una piccola fissazione in un problema gigante. È successo, come riporta People, con una ragazza di 34 anni dell’Ohio. Kesha S. Kennedy aveva un amore folle per le ambulanze, tanto da chiamare il numero d’emergenza, inventandosi qualsiasi malanno possibile, ben 400 volte. Il tutto solo per salire sulla vettura e fare un giro con i paramedici, ignari delle bugie della donna. Naturalmente è stata arrestata e su di lei pende un processo.

L’ufficio del procuratore della contea di Muskingum ha confermato che Kesha si è “dichiarata colpevole di reato di interruzione di servizi pubblici, reato di falsi allarmi e 25 capi di imputazione per reati minori legati all’uso improprio dei sistemi di emergenza”. Un vero e proprio abuso seriale dei servizi di emergenza sanitaria.

Il procuratore ha anche aggiunto che la ragazza ha “utilizzato i primi soccorritori locali per il suo intrattenimento personale durante i viaggi in ambulanza verso l’ospedale, impedendo così ai servizi di emergenza di rispondere alle emergenze reali”.

La corte ha anche appreso, durante dichiarazioni preliminari, che la Kennedy ha chiamato i servizi di emergenza quasi 400 volte dal 2020 “per varie presunte malattie, chiamando più volte alla settimana e talvolta più volte in un giorno”.

Secondo quanto è emerso dalle indagini una delle chiamate dell’imputata ha impedito ai soccorritori dei vigili del fuoco di prendersi cura di un uomo che non riusciva a respirare perché i primi soccorritori stavano smaltendo la “falsa chiamata” della Kennedy. Quella persona poi è morta a causa dei ritardi. Si attende una seconda convocazione dell’imputata per celebrare il processo definitivo.