Due morti e tredici feriti di tra cui sette bambini, tutti ricoverati in codice rosso. Ha questa entità il crollo di un ballatoio nella Vela Celeste di Scampia a Napoli. Subito dopo un “boato fortissimo” è avvenuto il cedimento, erano le 23 di lunedì. Moltissime persone si sono riversate in strada tra il timore di nuovi crolli e la paura per le persone rimaste coinvolte. Numerosi i mezzi di soccorso arrivati sul posto, diverse ambulanze hanno trasferito i feriti in ospedale. I vigili del fuoco hanno scavato tra le macerie alla ricerca di tutte le persone coinvolte. L’edificio è stato evacuato, la zona transennata.

Le vittime – A perdere la vita: un uomo di 29 anni, Roberto Abbruzzo, morto sul colpo, e una donna di 35, Margherita Della Ragione, deceduta dopo il ricovero al Cto. I. Gli adulti sono invece tra l’Ospedale del Mare e il Cardarelli: si tratta di Luisa Abbruzzo, 23 anni; Giuseppe Abbruzzo, 33 anni, (ricoverato in codice rosso). Nell’ospedale Cardarelli sono ricoverati in codice rosso, non in pericolo di vita: Carmela Russo, 34 anni; Martina Russo, 24 anni; Patrizia Della Ragione, 53 anni. I bambini ricoverati al Santobono hanno fra i due e i 10 anni con fratture, trauma cranico o contusioni. I piccoli sono tutti ricoverati in codice rosso. Fra loro, due bambine si trovano in rianimazione.

Gravi due bambine – Due bambine di 7 e 4 anni sono ricoverate in gravissime condizioni: “È stata una corsa contro il tempo fin da quando stanotte sono arrivate al pronto soccorso. Le due bambine adesso sono in rianimazione, monitorate e vigilate. Dobbiamo aspettare almeno 72 ore per capire gli esiti di questo brutto incidente. Le prossime ore saranno determinanti per capire l’evoluzione clinica che ad oggi non si può assolutamente prospettare”, ha dichiarato Daniela Schiavone, direttore medico di presidio dell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli. Le due bimbe, spiega, “sono rimaste schiacciate e hanno riportato un trauma cranico da schiacciamento molto grave, sono arrivate con fratture del cranio diffuse multiple che hanno portato poi a un edema cerebrale. Si è dovuto agire immediatamente in nottata nella sala operatoria di neurochirurgia dove hanno subito gli interventi necessari per decomprimere e assicurare una sopravvivenza. Ora, prima di 72 ore, è impossibile fare una prognosi”. Le altre bambine ricoverate al Santobono non sono in pericolo di vita: “Altre 4 bambine sono in ortopedia e hanno avuto numerose lesioni e fratture, ma sono vigili e le stanno operando. Altre 2 piccoline sono in chirurgia hanno riportato contusioni e lesioni ma non sono chirurgiche e sono in osservazione”, spiega Schiavone.

L’ipotesi – Il crollo è avvenuto al terzo piano e ha coinvolto nella caduta anche i ballatoi del secondo e del primo piano. I vigili del fuoco, dopo aver scavato tra le macerie, hanno completato l’evacuazione dei piani alti e verificato la stabilità nella parte coinvolta dell’edificio. È stata aperta un’indagine e gli accertamenti sono stati delegati alla polizia. Non si esclude alcuna ipotesi, la più accreditata è quella di un cedimento strutturale ma per avere la certezza occorrerà portare a termine le verifiche da parte dei vigili del fuoco. Secondo una prima ricostruzione eseguita sulla base delle prime testimonianze, il ballatoio di servizio al quarto piano, dove si trovava presumibilmente il nucleo familiare coinvolto nella tragedia, si sarebbe distaccato, trascinando gli altri due sottostanti.

Il racconto dei testimoni – Secondo alcuni testimoni, il crollo del ballatoio a Scampia sarebbe avvenuto mentre era in corso un litigio, per futili motivi, tra due nuclei familiari. Non si esclude, ma al momento si tratta solo di un’ipotesi, che il peso concentratosi sul ballatoio possa avere contribuito al cedimento della struttura già fatiscente. Al momento la Procura non si pronuncia sulla circostanza.

I soccorsi – Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha immediatamente attivato il Ccs, centro coordinamento soccorsi. In prefettura a Napoli ha fatto il punto della situazione per gestire gli interventi di messa in sicurezza della zona e di assistenza alle persone rimaste senza casa. A fianco a lui il sindaco di Napoli. Gaetano Manfredi, con il quale di Bari è stato impegnato in un sopralluogo sul posto e tutte le componenti del centro coordinamento soccorsi. L’assessore al Welfare Luca Trapanese ha spiegato che i nuclei famigliari coinvolti sono 218 e circa 800 le persone a cui trovare una sistemazione.

Le persone evacuate – I residenti evacuati dalla Vela Celeste “sono circa 800 persone, di cui almeno 300 minori. Nel caso in cui non ci sarà un rientro da parte di tutti, la Protezione Civile Regionale e il Comune di Napoli hanno già individuato delle strutture alloggiative alternative – ha detto il prefetto di Napoli Michele di Bari -. Stiamo già organizzando tutto ciò che è necessario per l’eventuale alloggio di queste persone. Nel frattempo però devo dire che sono state attivate tutte le misure di carattere sociale per accompagnare queste persone”. Nel pomeriggio decine di persone che erano state sistemate sotto alle tende in prossimità della Vela Celeste hanno occupato per protesta alcuni locali della vicina Università Federico II. A farlo sapere sono gli animatori del comitato “Vele di Scampia”: “Chiediamo soluzioni veloci a questo momento di emergenza e decisioni strutturali per l’annoso problema dei residenti delle Vele. Non possiamo stare per strada. Tra di noi ci sono donne, bambini e invalidi. E per ora stiamo bene dove stiamo”, dice un portavoce del comitato.

La Vele da ristrutturare – La Vela Celeste è una delle ultime rimaste in piedi a Scampia dopo l’abbattimento effettuato in precedenza delle altre Vele deciso per dare una sistemazione più dignitosa ai residenti e cancellare il marchio di ‘Gomorra’ dal quartiere. Appena ad aprile scorso è stato annunciato il piano di rigenerazione urbana dell’amministrazione Manfredi relativo alle Vele di Scampia con i lavori di riqualificazione della Vela B (appunto la cosiddetta ‘Vela Celeste) finanziati dal Piano Periferie (con un finanziamento di circa 18 milioni di euro). Secondo alcuni residenti i lavori in corso provocavano “vibrazioni” alla struttura.

Il sindaco di Napoli – “Siamo profondamente addolorati per la tragedia di questa notte nella Vele Celeste di Scampia. Ho seguito personalmente le operazioni di soccorso ed insieme al Prefetto mi sono recato nella notte sul luogo del crollo per verificare la situazione e per mostrare vicinanza alla popolazione – ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi – I nostri servizi sociali stanno fornendo assistenza ai residenti e i tecnici stanno completando i rilievi di sicurezza. Ora è il momento del dolore per chi è rimasto vittima e della speranza per chi è rimasto ferito a cominciare dai bambini, ma proprio per loro voglio anche subito ribadire che il nostro progetto di riqualificazione delle Vele non si ferma e l’impegno per Scampia sarà ancora più forte di prima”.

Il progetto – Il progetto prevede per questa Vela la riqualificazione degli spazi comuni, del piano dei garage e dei porticati, dei collegamenti verticali e del rifacimento delle superfici orizzontali di copertura. Un intervento che rappresenta un altro tassello nel mosaico complesso di rigenerazione delle Vele di Scampia, iniziando il recupero dell’unica Vela che resterà in piedi come simbolo del passato, del quartiere e delle battaglie del territorio “per il riscatto che questa comunità ha condotto“, come aveva annunciato il Comune di Napoli proprio in occasione del varo di questo piano.

La storia – Le Vele, sette in tutto, furono costruite tra il 1962 e il 1975 su un progetto dall’architetto Franz Di Salvo. Nel progetto erano previsti anche centri aggregativi e spazi comuni, uno spazio di gioco per bambini e altre attrezzature collettive. Un ‘nucleo di socializzazione’ che non fu mai realizzato contribuendo al fallimento dell’opera come concepita. E negli anni le Vele sono diventate sempre più sinonimo di degrado, di malavita e spaccio di droga. Poi la decisione di rilanciare radicalmente il quartiere con l’abbattimento della gran parte, la riqualificazione di alcune, e la destinazione in una di esse di alcuni corsi di laurea di Medicina.

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