Economia

Stellantis, Tavares promette assunzioni a Mirafiori e Atessa: non dice quante né chi riguarderanno. E Urso è pronto a sganciare gli incentivi

Stellantis “sta pianificando nuove assunzioni sia a Mirafiori sia ad Atessa”. L’ultima promessa di Carlos Tavares passa attraverso Il Sole 24Ore. In un intervento sul quotidiano di Confindustria, l’ad del gruppo automobilistico rivendica “il nostro impegno per l’Italia” e torna a redarguire governo e istituzioni europee su un’eventuale apertura all’ingresso di costruttori cinesi. Il giorno dopo l’inaugurazione della linea che produrrà la nuova Panda in Serbia, il manager gonfia di attese i sindacati e carica di aspettative le prossime settimane, le stesse nelle quali il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso annuncerà un nuovo piano di ecobonus di durata triennale. Resta da capire se basterà per far mettere a terra qualcosa di concreto all’azienda che nell’ultimo anno ha solo tagliato uomini e produzione in Italia.

Al momento, le affermazioni di Tavares del tutto generiche. L’amministratore delegato di Stellantis parla di assunzioni nella fabbrica torinese e in quella abruzzese senza specificare né il numero né il bacino dal quale arriveranno le assunzioni. Due aspetti non trascurabili. Appena quattro mesi fa, infatti, l’azienda ha firmato un accordo con i sindacati – senza il via libera della Fiom – per 1.560 uscite incentivate dalla fabbrica torinese (300 dal reparto Carrozzerie, cuore produttivo) e un totale di 3.597 negli impianti italiani. Mirafiori quindi vedrà ridursi l’attuale forza lavoro del 10% in base all’intesa e, come fatto notare più volte dai metalmeccanici, l’età media è così alta che molti degli attuali dipendenti andranno in pensione nel prossimo quadriennio.

Atessa – l’unico impianto insieme a Pomigliano d’Arco a incrementare i volumi nel primo semestre del 2024 – non è stata intacca dal piano di uscite, grazie agli ordini dei veicoli commerciali, che tra gennaio e dicembre hanno sostenuto una produzione in Italia che altrimenti avrebbe fatto segnare il -39% nel solo comparto auto. Quante saranno quindi le assunzioni di cui parla Tavares? E si tratterà di internalizzare operai che già lavorano sulle linee con contratti ‘esterni’ o verranno effettivamente incrementati i lavoratori presenti negli impianti, in vista di una crescita dei volumi? Stellantis “informerà a breve i sindacati”, si è limitato a scrivere l’ad.

Con ogni probabilità l’incontro avverrà prima del 7 agosto, quando il ministro Urso ha convocato una pletora di delegazioni (ben 47) al ministero per un nuovo round del tavolo automotive, attivo dallo scorso autunno alla ricerca di un’intesa proprio con Stellantis per raggiungere 1 milione di veicoli prodotti (il 2024 si chiuderà con circa 500mila vetture, secondo la Fim-Cisl). Di certo, le vaghe promesse di Tavares a fine maggio e le condizioni poste, hanno ben predisposto il governo. Urso ha già detto che tra due settimane è sua intenzione presentare “le linee di indirizzo dei prossimi piani incentivi (gli ecobonus auto, nda), che mi auguro possano essere di durata triennale, per consentire una migliore programmazione nell’acquisto dell’auto da parte dei nostri cittadini consumatori”. Quella di un piano strutturale di incentivi, neanche a farlo a posta, era una delle richieste di Tavares quando ha promesso l’estensione della produzione della Fiat Panda a Pomigliano fino al 2029, la produzione della 500 ibrida a Mirafiori dal 2026 e i 100 milioni di euro per migliorare la batteria della Fiat 500e. A conti fatti: un’altra concessione in arrivo a fronte di un’altra promessa.

Chi al momento resta guardinga è la Fiom-Cgil: “L’intervento a mezzo stampa dell’amministratore delegato di Stellantis fa cenno ad una presunta condivisione con le organizzazioni sindacali relativamente alle missioni per gli stabilimenti italiani fino al 2030. La notizia, se fosse vera, sarebbe certamente buona – dice il responsabile automotive Samuele Lodi – La realtà è invece purtroppo diversa. In un contesto aziendale nel quale si registra un aumento dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali pressoché in tutti gli stabilimenti, oltre allo stallo che riguarda la Giga Factory di Termoli, il tavolo automotive insediato presso il Mimit non ha prodotto al momento alcun accordo”. Per questo, ha ricordato, Fim, Fiom e Uilm “hanno richiesto ormai da tempo una convocazione da parte della presidente del Consiglio” Giorgia Meloni. Sulle “tematiche fondamentali” l’azienda, ha concluso Lodi, “non ha dato ancora certezze ed è quindi evidente come non si siano determinate le condizioni per definire nessun tipo di accordo”.