Anthony Hopkins è la star e uno degli attori protagonisti del kolossal Prime Video “Those About to Die” di Roland Emmerich. La serie in dieci puntati è stata creata dallo scrittore candidato all’Oscar Robert Rodat e ispirata all’omonimo libro di Daniel P. Mannix. Una immersione nel mondo complesso e corrotto delle corse delle bighe e delle lotte tra gladiatori nell’antica Roma.
“Non conoscevo bene la figura dell’imperatore Vespasiano. – ha detto l’attore a Il Corriere della Sera – Il suo è un periodo interessante della storia di Roma, ne sapevo un po’ da bambino, principalmente grazie ai fumetti. Mi sono reso conto di quanto sia stato centrale: ha cambiato il corso della storia, ha regnato a lungo, fondato la sua dinastia, iniziato la costruzione del Colosseo. Con la sua riforma fiscale e il consolidamento dell’impero ha portato unità e stabilità. E c’è anche un lato, diciamo, più personale”.
E ancora: “Si sente la sua preoccupazione per l’eredità politica, in un mondo dominato da fazioni, tra i due figli, Tito e Domiziano, pronti a tutto per il potere. Non estranei alle lotte fra fazioni opposte. Li interpretano Tom Hughes e Jojo Makari, ottimi attori giovani. Sono sempre felice di incontrare il talento”.
Sempre, a proposito, della nuova generazione di attori: “Mi capita di osservare che gli attori giovani forse tendono a borbottare, sussurrare. Vogliono suonare sexy ma suonano solo noiosi. Quindi dico: parla chiaro, devi sapere il testo, impara la battute. Se sono ben scritte sei già a buon punto. E quello che impari portalo dentro di te, lascia che viva una vita sua, che venga tradotta dal tuo subconscio. Beh, è la mia opinione. Ho lavorato con attori che ci mettono ore a prepararsi, mentre avei voluto dire: ‘impara le tue battute e presentati’. È facile, lo dico con ironia, ma ci credo davvero, parla chiaro, se no sei noioso. Un delitto per un attore”.