Il Comune di Bari sarà parte civile al primo processo nato dall’inchiesta su mafia e politica che nel febbraio scorso ha terremotato il capoluogo pugliese. Il procedimento riguarda 15 degli oltre cento imputati coinvolti nell’operazione Codice interno. L’indagine, scattata nel febbraio scorso, ipotizza un intreccio tra mafia, politica e imprenditoria con alcuni casi di voto di scambio alle amministrative del 2019. L’inchiesta aveva spinto il Viminale a nominare una commissione d’accesso al comune per valutare l’eventuale infiltrazione mafiosa nell’amministrazione barese, a tre mesi dalle elezioni.
Oggi Comune di Bari e Ministero dell’Interno sono stati ammessi entrambi tra le parti civili, anche se il Viminale è stato estromesso per uno dei capi d’imputazione per non aver allegato le ragioni della domanda e il danno subito. Con le stesse motivazioni sono stati esclusi il ministero della Giustizia e il ministero dell’Economia e Finanze. Tra le altre parti civili ci sono poi la Regione Puglia, il comune di Altamura, le municipalizzate baresi dei trasporti e del gas, Amtab e Amgas, la Figc e l’Associazione Libera. La costituzione della Federazione calcio riguarda la presunta combine, da parte di due dei 15 imputati, di due incontri di calcio tra Corato e Fortis Altamura nel 2017 e nel 2018, nella categoria Eccellenza pugliese.
Dell’inchiesta si era avuto notizia lo scorso 26 febbraio, quando la procura aveva ordinato un blitz con 130 indagati, tra cui l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, la moglie Maria Carmen Lorusso, eletta al consiglio comunale col centrodestra e poi passata col centrosinistra, e il padre di quest’ultima, l’oncologo Vito Lorusso. La municipalizzata del trasporto urbano Amtab è finita in amministrazione giudiziaria per presunte infiltrazioni mafiose, in particolare nella gestione delle assunzioni.
E’ in relazione a questa vicenda che il ministero del’Interno aveva inviato a Bari una commissione di accesso per valutare eventuali infiltrazioni mafiose nel Comune guidato dal Pd e l’eventuale scioglimento dell’ente: una decisione che aveva infiammato la polemica politica, dato che era stata presa da un governo di centrodestra a poche settimane dal voto per le amministrative. La commissione d’accesso è tutt’ora al lavoro, mentre le elezioni sono state vinte ancora una volta dal centrosinistra. Il sindaco Vito Leccese era in aula per rappresentare il suo comune: “I fatti che emergono dall’inchiesta rappresentano una grave lesione dell’ordine pubblico, della sicurezza collettiva, dell’immagine della città e dell’integrità dei suoi cittadini – ha detto – Siamo molto soddisfatti di questo risultato che non rappresenta solo un fatto simbolico ma assume un valore sostanziale rispetto alla scelta netta del Comune di Bari di schierarsi dalla parte della legalità, a tutela dei diritti e dei valori fondanti la nostra comunità”. La prossima udienza è stata fissata per il 2 ottobre quando deporranno alcuni collaboratori di giustizia e i verbalizzati. Per oltre 124 imputati sono stati chiesti riti alternativi: per i 15 coinvolti oggi è iniziato il processo immediato, altri 109 (tra cui Olivieri) hanno chiesto il rito abbreviato.