Il conduttore, attore e scrittore si è raccontato in una lunga intervista a Repubblica
Valerio Lundini si è raccontato a Repubblica in un’intervista che definiremmo “alla Lundini”. Intanto, la certezza che il conduttore e attore non sia come Jovanotti, ovvero uno che fa i programmi per RaiPlay “buttandosi in Bolivia tra giungle e folle”: “Però mica ci va a vivere poi, tra giungle e folle. Resta il fatto che per andare in Bolivia occorre tanta voglia di andare in Bolivia, e io questa fascinazione per i luoghi poco urbanizzati non ce l’ho. Già il mare è sofferenza”. Si parla anche del nuovo film di Lundini che, parole sue, !sarà un fatto di sangue becero e di provincia”. Poi accadrà una cosa magica” e farà ridere, “o così dovrebbe essere: non sono ancora arrivato a scrivere una cosa che non mi diverte pensando che possa funzionare per il pubblico. Significherebbe ammettere che i miei gusti e quelli di chi mi segue si sono scollati”. Il giornalista gli chiede se rida mai per cose deprecabili (bella domanda) e lui risponde: “Spesso. Per le canzoni dei Profilax, piene di fregne e culi. La volgarità infantile mi piace, quella del bambino che sente le parolacce e le ripete a raffica. Quando Christian De Sica scivola nel becero mi fa impazzire. Lui, non i suoi film. E se qualcuno entrasse nella chat della mia band, i VazzaNikki, troverebbe cose abominevoli e smetterei di lavorare all’istante”.