Martedì l’amministratore delegato Carlos Tavares annunciava nuove assunzioni a Mirafiori, mercoledì Stellantis comunica ai sindacati che oltre 3mila lavoratori dello storico stabilimento saranno coinvolti nell’uso del contratto di solidarietà dalla fine di agosto, quando riaprirà la fabbrica, fino al 31 dicembre. Un uso ancora più estensivo di quello che aveva già impattato sui dipendenti impegnati nella linea della 500 elettrica e della Maserati nella prima metà dell’anno. Al rientro dalle ferie, la solidarietà si allargherà anche ad altri 1.057 operai della carrozzeria della linea della 500 Bev, 115 della Costruzione e stampi e 334 delle presse.

Le promesse del numero uno del gruppo si sciolgono come neve al sole, in serie, da mesi e stanno portando il sito di Torino ai minimi storici di produzione, mentre continuano imperterrite le promesse e, di conseguenza, gli ammiccamenti del governo che è pronto a soddisfare le richieste con un piano triennale di incentivi. Martedì, dalle colonne de Il Sole 24Ore, Tavares rivendicava “il nostro impegno per l’Italia” e annunciando la pianificazione di “nuove assunzioni” a Mirafiori e Atessa. Nessun dato né tempistiche, nemmeno la modalità. Tutto generico. Nel frattempo, ecco un’altra sforbiciata dettata dai bassi volumi della 500 a motorizzazione elettrica, l’unica vettura prodotta nell’impianto di Torino.

Per comprendere la sproporzione tra le pompose parole del manager portoghese e cosa sta realmente accadendo, basta ripercorrere con la fredda cronaca gli ultimi mesi. Da gennaio al 30 giugno, a Mirafiori sono state prodotte 19.510 autovetture, il 63% in meno rispetto alle 53.330 unità rilevate nel 2023. “Il 90% dei volumi dello stabilimento torinese, pari a 17.660, sono rappresentati da 500 bev, il restante è rappresentato dalle produzioni Maserati con 1.850 unità. Quest’ultime ben lontane dalle 10.000 prodotte negli anni di punta”, ha segnalato la Fim-Cisl nel report semestrale sui siti di Stellantis in Italia.

Dal 19 febbraio nei giorni in attività si è utilizzato l’ammortizzatore sociale coinvolgendo mediamente 35%-40% dei 1.050 lavoratori sulla linea della 500 elettrica. La fabbrica è inoltre rimasta chiusa per 45 giornate, 19 nel primo trimestre e 26 nel secondo, su entrambe le linee produttive. Tradotto: Mirafiori è rimasta per quasi tutto il mese di maggio. Lo stabilimento ha inoltre chiuso con 20 giorni di anticipo rispetto alle ferie estive programmate: avrebbe dovuto serrare i cancelli il 4 agosto ma tutto si è fermato il 15 luglio. Nessuno si aspettava segnali di ripresa a settembre. È comunque andata peggio del previsto.

“È l’ora delle scelte e dell’assunzione di responsabilità – commenta il segretario generale della Fim Torino e Canavese, Rocco Cutrì – affinché l’attuale scenario non debba essere la prospettiva decadente di un pezzo di economia di questo territorio, ma anche di un importante settore industriale per il Paese”. La Fiom fa notare come la scelta “prolunga l’agonia – affermano Edi Lazzi, segretario generale della Fiom di Torino, e Gianni Mannori, responsabile Fiom per Mirafiori -. È oramai evidente che questa non sia una crisi dovuta al settore dei produttori di auto, come l’azienda continua a ripetere, ma al progressivo disimpegno dell’ex Fiat e ai mancati investimenti sulle produzioni” di Stellantis.

“Si allarga il numero di lavoratori all’interno dei contratti di solidarietà, siamo preoccupati per l’andamento produttivo, anche se da mesi ripetiamo che dovremo attraversare un periodo difficile per tutto il 2024 e, probabilmente, parte del 2025″, spiega Luigi Paone, segretario generale della Uilm Torino. “In questo contesto – sottolinea – è fondamentale l’incontro del 7 agosto con il governo, non solo per definire nuove attività e produzioni da assegnare a Torino come richiesto in tutti i tavoli, ma anche per chiedere un’accelerazione sulla partenza produttiva della nuova 500 ibrida”. Tavares l’ha promessa dalla fine del secondo semestre del 2025. C’è da scommetterci.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Successivo

Ex-Ilva, Palombella (Uilm) dopo il tavolo a Palazzo Chigi: “Incontro andato male”. De Palma (Fiom): “Bando deve garantire occupazione”

next