“Il giornalista della Stampa Andrea Joly doveva qualificarsi prima del pestaggio? Non sono d’accordo con il presidente del Senato Ignazio La Russa…”. Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, prende le distanze dalle parole della seconda carica dello Stato che martedì, alla cerimonia del Ventaglio, aveva criticato il cronista picchiato dai militanti di CasaPound perché si sarebbe “dovuto identificare” e perché “non passava lì per caso”. Il leader di Forza Italia, mentre sorseggia un caffè al bar di Palazzo Madama accompagnato da Deborah Bergamini e Andrea Orsini, parla col Fatto e altri due quotidiani della vicenda: “Il pestaggio contro Andrea Joly è un atto criminale – spiega il vicepremier – e questo lo dico indipendentemente dal fatto se lui si fosse dichiarato giornalista o meno. Non è accettabile picchiare una persona mentre sta riprendendo”.

Ma La Russa ha detto che il giornalista si sarebbe dovuto qualificare, gli chiedono i cronisti: “Beh, sarebbe stato altrettanto grave se fosse stato un cittadino comune – aggiunge Tajani, smentendo La Russa per la seconda volta – Dopodiché è chiaro che hanno aggredito Joly perché si sono accorti che fosse un giornalista e che stesse riprendendo”.

Se il presidente del Senato ha anche spiegato che non spetta a lui decidere se sciogliere CasaPound (“non vorrei che la Lega chiedesse di sciogliere il Pd dopo alcuni atti di violenza nei confronti del capogruppo in consiglio comunale a Massa”), Tajani invece apre per la prima volta a questa possibilità. L’unico ad averlo fatto finora nel governo Meloni: “Spetta alla magistratura e al legislatore – aggiunge il vicepremier – c’è una legge che prevede che ci debba essere una sentenza dei giudici: se ci fossero gli estremi per farlo – una violazione della legge e della Costituzione – sarei favorevole”.

Infine il leader di Forza Italia non si dice preoccupato per le dichiarazioni del governatore della Calabria Roberto Occhiuto che questa mattina, a Sky Tg 24, ha chiesto una moratoria al governo sull’autonomia se prima non si fanno i Lep: “Ci sono delle richieste del Sud legittime – prova a tamponare Tajani –. Abbiamo istituito un osservatorio e vigileremo: l’autonomia si può fare solo dopo i Lep”. Sulla possibilità che il consiglio regionale della Calabria avvii la procedura per il referendum, Tajani nicchia: “Vediamo cosa fa il consiglio regionale della Calabria e poi ne parliamo”.

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