Mondo

Cosa può copiare il centrosinistra italiano dal Fronte popolare francese

di Flavio Barbaro, Gaia Gori e Francesco Saverio Zucchini

La situazione in Francia è decisamente complicata, tanto da non poter ancora comprendere a pieno quali saranno le coalizioni e le maggioranze, quindi da non poter ancora chiamare ciò che è avvenuto “vittoria” o “sconfitta” di qualcuno. Sicuramente, dal secondo turno esce con più seggi il Nuovo fronte popolare (NFP), che compare nella maggior parte delle ipotesi di governo e la cui esperienza potrebbe portare a ragionare anche il nostro campo largo per tentare di “mimare” i francesi.

Questo però non deve essere l’obiettivo: la situazione non è sovrapponibile, sia per la forma di governo differente, sia anche per il tipo di esperienza politica messa in campo in Francia. Non vanno inoltre sottovalutate le differenze tra la società italiana e quella francese, tra queste, infatti, non può non essere preso in considerazione il passato di grandi rivoluzionari che ancora giace nell’anima dei nostri cugini d’oltralpe e di cui hanno dato prova in occasione del secondo turno di queste legislative. Ciò nonostante, si possono comunque analizzare alcuni punti che sono risultati cruciali per arrivare alla vittoria del NFP, che potrebbe funzionare anche nel centrosinistra italiano.

Il primo è sicuramente che il partito da solo non è sufficiente, né a fondare un’idea originale di sinistra, né a costruire una strategia per la vittoria. Bisogna dialogare con gli altri partiti e con le altre forze politiche, per costruire un programma possibile e dialogato.

Questo però ci porta al secondo punto: serve un programma comune, non è sufficiente creare un soggetto politico, anche se necessario. Le forze francesi sono riuscite a trovare un’intesa tra partiti socialisti, comunisti, civici di sinistra e socialdemocratici: i punti in comune ci sono, tanto che il problema della governabilità non si pone sul piano programmatico, ma su quello partitico (si sta discutendo all’interno del NFP proprio delle varie ipotesi di governo, Ruffin ha chiuso ad alleanze con il centro). Nonostante il NFP abbia trovato un accordo e abbia costruito il suo programma in un tempo relativamente breve, ciò è bastato per ribaltare i risultati dei sondaggi – francesi e non – che attribuivano la vittoria al RN.

Il terzo punto è il più importante, ed è costruire un’idea. Sebbene la strategia del “fronte comune” possa portare una vittoria, pone poi appunto la questione della governabilità e della collaborazione tra i partiti. Per costruire una qualsiasi alternativa politica, ancor più una di sinistra, serve mettere il programma prima delle alleanze, non per eliminare completamente l’aspetto strategico, ma per condizionarlo alla realizzabilità o meno dell’idea che si è portata agli elettori.

Se questo passaggio non viene consolidato adeguatamente, non solo siamo costretti a fare i conti con il numero di seggi, esponendoci quindi ad eventuali crisi, ma non si è di fatto costruito nulla di nuovo, di profondo e radicato, dinamico e che possa essere anche “futuro”. Insomma, bisogna costruire un “pensiero lungo”.

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