“Non è semplice da spiegare perché si può parlare senza infingimenti di un tradimento di quello che è stato il lavoro di Falcone e Borsellino“. Lo dice all’Ansa il sostituto procuratore generale di Caltanissetta Gaetano Bono, classe 1983 (il più giovane in servizio in Italia), che ha incontrato i giovani al festival di Giffoni. “Quello che io cerco di dire sempre – spiega – specialmente quando mi confronto con i ragazzi è che la straordinarietà del lavoro di Falcone e Borsellino, degli altri magistrati, dei poliziotti dei carabinieri, dei finanzieri del pool, è proprio la loro ordinarietà. Loro non facevano altro che il loro dovere, facevano le indagini, istruivano i processi e per questo sono stati assassinati dalla mafia”. Bono ha parlato anche della riforma voluta dal governo Meloni sulla separazione delle carriere dei magistrati: “Il punto principale è che il pubblico ministero deve restare indipendente e autonomo, non può sottostare al potere esecutivo. È meglio tenersi il sistema attuale. Il rischio è che diventi un super investigatore, perché a farne le spese sarebbero i cittadini”.