“Crescendo, ho sentito molti commenti simili, e proprio queste osservazioni sono alcune delle cose che mi hanno motivato a cambiare la narrazione. Gli africani ora dimostrano solidarietà e sostegno l’uno per l’altro più che mai”. Ma a quali commenti fa riferimento Luol Deng? L’ex campione Nba e oggi presidente della Federazione basket del Sud Sudan ha risposto – con un lungo messaggio su Instagram – ad alcune provocazioni di cattivo gusto pronunciate da Gilbert Arenas e Paul Pierce dopo la sofferta vittoria di Team Usa contro la formazione africana (in preparazione alle Olimpiadi). “Stavamo per perdere contro degli africani: non hanno neanche le scarpe, gliele dobbiamo mandare noi”: così si era espresso l’ex cestista dei Boston Celtics. Non è stato da meno il suo ex collega Gilbert Arenas: “Sud Sudan? Probabilmente non hanno nessuno alto più di 190 centimetri. Hanno squadre o campi da basket?”. Considerazioni discriminatorie e fuori contesto e che nulla hanno a che vedere con il basket giocato. Pierce, poche ore più tardi, si è scusato in prima persona con Deng.

La risposta di classe di Luol Deng: “Essere africani è speciale”
Amareggiato per quanto pronunciato da alcuni volti noti della Nba, Luol Deng è intervenuto in prima persona sui social: “Normalmente non faccio attenzione a questo tipo di commenti, ma in qualità di africano, leader nella mia comunità e presidente della Federazione basket del Sud Sudan, ritengo importante rispondere. Questo è per chi ha chiesto di questi commenti, per chi si offende, e per chi ha seguito la nostra storia”. La squadra di basket del Sud Sudan, per la prima volta nella storia, parteciperà ai Giochi Olimpici: l’impresa del paese più povero del mondo, è stata però criticata da chi dovrebbe dare, quantomeno, il buon esempio. “Non sono arrabbiato per queste ignoranti osservazioni fatte dai miei ex colleghi; sono rimasto più deluso nel vederli arrivare da due individui che ho sempre rispettato. I commenti fatti da Paul Pierce mostravano disinformazione e mancanza di ricerca. Tuttavia, lo ha usato come momento di insegnamento per perdere positività una volta informato. Grazie a Paul Pierce per essersi scusato, che posso solo che rispettare. Momenti come questo non sono motivo per arrabbiarci e prenderci in giro. Molti africani e neri che abbracciano la loro eredità africana stanno lavorando duramente per avvicinare tutti i neri educando e condividendo storie e momenti storici, insegnando che abbiamo molto più in comune delle differenze”.

E se le scuse di Pierce sono arrivate, le parole di Gilbert Arenas sono state maggiormente crudeli: “Quanto ai commenti di Gilbert, sono stati sicuramente più irrispettosi e crudeli. Personalmente non mi interessa molto. Non cambierei mai posto con nessuno; essere africani è speciale. Tuttavia, per i giovani afroamericani e afroamericani che ammirano e ascoltano Gilbert, questi commenti possono far pensare meno a se stessi e far pensare meno al resto del mondo agli africani. Chi viene facilmente fuorviato può fare commenti che riflettono l’odio per se stessi più dell’orgoglio. Non c’è nulla della nostra storia da cui dovremmo scappare”. Luol Deng ha poi concluso: “Voglio ringraziare entrambi per averci dato questa piattaforma per rispondere e informare gli altri. Abbiamo lavorato duramente negli ultimi quattro anni per essere qui, e non possiamo permettere che pochi secondi ci tolgano tutto questo. Apprezziamo invece il momento e usiamo questi commenti come occasione per educare. Essere amati è sempre meglio che essere tollerati. Se noi come popolo ci rendessimo conto della grandezza da cui veniamo avremmo meno probabilità di mancare di rispetto a noi stessi”. Il Sud Sudan, intanto, si prepara per l’esordio a Parigi, in programma domenica 28 luglio contro Porto Rico.

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