Dopo tanti anni di battaglie, la piattaforma digitale dedicata alla raccolta delle firme per i referendum è realtà. È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il dpcm che prevede l’attivazione della nuova piattaforma per agevolare la sottoscrizione digitale gratuita dei referendum abrogativi o costituzionali, e delle iniziative legislative popolari. “Un risultato storico” nonostante il provvedimento sia arrivato “con un ritardo di oltre due anni e mezzo“, lo definisce il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato. Esulta anche Riccardo Magi, segretario di +Europa, che nel 2021 con un suo emendamento è riuscito ad ottenere la possibilità di raccogliere firme digitali su referendum e iniziative popolari attraverso piattaforme private.

Non solo raccolta firme nei gazebo in giro per l’Italia: adesso i cittadini potranno sottoscrivere le iniziative direttamente da casa e gratuitamente. La piattaforma è curata dal Dipartimento per l’Innovazione Tecnologica della giustizia tramite la Direzione Generale dei Sistemi Informativi Automatizzati del Ministero della Giustizia. Il sistema, che ha ottenuto il parere del Garante per la protezione dei dati personali, è utilizzabile dai promotori di proposte referendarie e dagli uffici della Corte di Cassazione e delle Camere, per gestire tutte le fasi del processo di raccolta delle firme dei sostenitori in formato digitale. Il sistema effettua poi la verifica della presenza e validità delle firme, mediante interoperabilità con il sistema dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente, presso le anagrafi dei comuni ove sono residenti i cittadini firmatari delle proposte. Si tratta di “un’innovazione cruciale per la partecipazione politica in Italia e pone il Ministero e il nostro Paese all’avanguardia nell’uso delle tecnologie digitali a supporto della democrazia”, ha dichiarato il ministro della Giustizia Carlo Nordio.

È il traguardo di un lungo percorso iniziato grazie a una serie di iniziative politiche e giudiziarie avviate nel 2015 che hanno trovato un momento cruciale nel 2019, quando le Nazioni Unite (con il caso Staderini-De Lucia v. Italy) hanno condannato l’Italia per violazioni del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, a causa degli ostacoli alla raccolta delle firme sugli strumenti di democrazia diretta. Così l’Onu ha imposto allo Stato di rimuovere gli “irragionevoli ostacoli alla raccolta firme introdotti da una legge del 1970. Grazie a questo il Parlamento ha adottato una norma nella legge di bilancio 2020 che prevedeva la realizzazione di una piattaforma per le sottoscrizioni digitali attesa per gennaio 2022.

Ma l’iter procede a rilento. In assenza della piattaforma pubblica, grazie a un emendamento presentato dal deputato Riccardo Magi a luglio 2021 si è ottenuta la possibilità di raccogliere firme digitali su referendum e iniziative popolari attraverso piattaforme private. Così l’Associazione Luca Coscioni in due mesi ha raccolto quasi 1 milione di firme online sui referendum Eutanasia Legale e Cannabis Legale. Firme debitamente accertate e accettate dalla Corte di Cassazione entro i termini di legge.

Ma le piattaforme private prevedono costi per il servizio che offrono: quasi 1,50 euro a firma che possono essere a carico dei comitati promotori o dei firmatari. In più non forniscono il servizio per il richiesto “accoppiamento” tra le firme autenticate e i corrispondenti certificati di iscrizione alle liste elettorali, richiesto a chi coordina la campagna raccolta firme. Difficoltà che, invece, vengono superate dalla piattaforma pubblica e gratuita. La mobilitazione però non si è fermata: le associazioni hanno continuato la battaglia di cittadinanza e oggi si raccolgono i frutti.

“Dopo quattro anni di nostra mobilitazione in ogni sede, finalmente è stato adottato il decreto della Presidente del Consiglio che fa entrare in funzione la piattaforma pubblica”, hanno commentato a caldo Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e Presidente di Eumans e Lorenzo Mineo, che coordina la campagna sulla piattaforma per Eumans.”Il prossimo passo che chiediamo a Parlamento e Governo di compiere è quello dell’utilizzo della piattaforma anche per la raccolta delle firme per la presentazione di liste e candidati alle elezioni. È fondamentale poi – hanno aggiunto – che la piattaforma sia da subito messa a disposizione per Regioni e Comuni per la raccolta firme anche sulle iniziative popolari a livello locale. L’elevato tasso di astensionismo e la sfiducia crescente nelle istituzioni indicano l’urgenza di compiere un percorso verso un vero e proprio portale delle democrazia, che metta le persone in grado di conoscere ed attivare con facilità i propri diritti politici e civili fondamentali”.

“Con la piattaforma pubblica si completa una rivoluzione copernicana nell’esercizio dei diritti politici e grazie al digitale il referendum torna ai cittadini, che potranno raccogliere le firme senza dover chiedere permesso ai partiti”, sottolinea Mario Staderini, da anni protagonista della campagna e promotore del ricorso all’Onu che ha portato alla condanna dell’Italia. “È il risultato di anni di battaglie e una vittoria per chi crede che la democrazia sia per tutti. D’ora in poi – ha aggiunto – quando il Parlamento farà una brutta legge i cittadini avranno subito la possibilità di presentare un referendum così come potranno inserire nell’agenda politica temi e argomenti che altrimenti sarebbero esclusi”.

“Finalmente ci siamo. Ora dobbiamo vedere come funzionerà perché il governo come sempre, da cattiva abitudine, non ha condiviso nulla“, dichiara il segretario di +Europa, Riccardo Magi: “Quindi vediamo esattamente come funzionerà, se avrà tutte tutte le funzionalità e la operatività ma – conclude Magi – comunque è una notizia importante, utilizziamola per la democrazia e per lo stato di diritto a partire dal referendum sull’autonomia differenziata e sulla legge elettorale Rosatellum e contiamo di poterla utilizzare da subito per altre iniziative referendarie imminenti”.

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