Fischiato e al centro delle critiche. Nato in Camerun, naturalizzato francese e con il passaporto statunitense. Dopo mesi (addirittura anni) di corteggiamento con la nazionale francese, Joel Embiid ha scelto di disputare le Olimpiadi di basket con la maglia di Team USA. Il “tradimento” del centro dei Philadelphia 76ers è rimasto impresso nella mente dei tifosi transalpini. E come pronosticato, il suo arrivo a Parigi non è stato di quelli indimenticabili. “Restituisci il tuo passaporto. Avresti dovuto giocare per la Francia!” gli urlano i tifosi. Nonostante tutto, però, Embiid era quasi certo di aspettarsi un’atmosfera del genere. Non tanto per la scelta in sé, quanto per il modo in cui il cestista ha voltato la faccia. “Sono fortunato a potermi sentire a casa in Camerun, Francia e Stati Uniti. Ma dopo aver parlato con la mia famiglia, ho capito che doveva essere Team USA. Voglio giocare con i miei amici dell’Nba. Voglio giocare per i miei tifosi, che sono stati incredibili dal giorno del mio arrivo. Ma soprattutto voglio onorare mio figlio che è nato negli Stati Uniti. Voglio che mio figlio sappia che ho disputato i miei primi Giochi Olimpici per lui”. Dichiarazioni che per i tifosi francesi sanno di vera beffa.

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Il dietrofront alla Francia e quella lettera a Macron
Una crepa rimasta aperta e un rapporto irreparabile che si è consumato tragicamente nei mesi precedenti alle Olimpiadi, tra promesse non mantenute e lettere che oggi assumono una forma di tradimento. “Abbiamo incontrato Joel nel marzo 2022. Non fummo noi a chiedere quell’incontro: era stato lui ad aver manifestato interesse a giocare per la Francia e dietro sua richiesta gli abbiamo fatto ottenere la cittadinanza francese. Ma non lo abbiamo mai pregato di giocare con noi” aveva dichiarato qualche mese fa presidente della federazione francese Jean-Pierre Siutat. “Mi spiace solo di aver perso così tanto tempo ed energie per una pratica che non avremmo neppure mai dovuto aprire”. La Francia aveva obbligato il cestita Nba a prendere una decisione entro il mese di ottobre: un ultimatum e un comportamento che Embiid non ha mai gradito. Un ulteriore pretesto per scegliere Team Usa che, nel frattempo, non gli aveva imposto alcun limite.

Eppure, qualche anno prima (esattamente il 28 ottobre 2021), Embiid aveva fatto una promessa al Presidente francese Emmanuel Macron. Una lettera di tante bellissime parole che, con il tempo, sono rimaste tali. “Signor Presidente, le scrivo per parlarle della Francia. Anche se ho trascorso buona parte della mia vita tra Stati Uniti e Francia, sono di nazionalità camerunese. Sono nato nel 1994 a Yaoundé. Il Camerun rimarrà sempre una parte importante di me. Ma l’altra parte è francese. Un ramo della mia famiglia è francese. Parlo la lingua e ho vissuto per diverso tempo in Francia. Viaggio regolarmente a Parigi, dove spero di poter acquistare una seconda casa in via definitiva. Dopo aver discusso con la Federbasket francese, ho fatto un scelta. Vorrei ottenere la cittadinanza ed essere così convocabile dai Bleus. Non ho intenzione di giocare per un’altra nazionale. Non ho mai indossato la maglia di una nazionale. E per me sarebbe un onore immenso potermi unire alla squadra francese per partecipare alle prossime grandi competizioni internazionali, in particolar modo alle Olimpiadi del 2024″. Un sogno e un onore che è riuscito ad esaudire, ma con la maglia degli Stati Uniti.

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