Cronaca

Rivolta nel Cpr di Ponte Galeria, ospiti e agenti in ospedale. Garante dei detenuti: “Luogo esasperante, non so cos’altro ci si aspetti”

Ancora una rivolta nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Roma, a Ponte Galeria, dove verso mezzogiorno di oggi, giovedì 25 luglio, una ventina di persone avrebbe dato fuoco ai materassi rompendo e aprendo il passaggio tra diversi settori del Cpr. Alcuni, almeno tre persone da quanto si apprende, sarebbero riusciti poi a salire […]

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Ancora una rivolta nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Roma, a Ponte Galeria, dove verso mezzogiorno di oggi, giovedì 25 luglio, una ventina di persone avrebbe dato fuoco ai materassi rompendo e aprendo il passaggio tra diversi settori del Cpr. Alcuni, almeno tre persone da quanto si apprende, sarebbero riusciti poi a salire sul tetto. A quanto risulta, in seguito all’intervento delle forze dell’ordine, alcuni ospiti e alcuni agenti sarebbero stati trasportati in ospedale.

E’ l’ennesimo episodio che coinvolge il Cpr di Roma e si somma ai tanti registrati quasi quotidianamente negli otto centri attualmente attivi in Italia dove sono trattenuti i destinatari di provvedimenti di rimpatrio o respingimento e richiedenti asilo con precedenti o che potrebbero rappresentare un pericolo. Un recente reportage dell’Ansa ha rivelato che il registro degli eventi critici del Cpr di Roma ne segnala uno ogni 24 ore, con un tentativo di suicidio ogni 48. L’ultima protesta della quale si è saputo era avvenuta appena 20 giorni fa, il 5 luglio, quando uno dei reclusi ha tentato di togliersi la vita, bloccato poi dagli addetti alla sicurezza del centro. Subito dopo era scoppiata la rivolta, con decine di detenuti che avevano dato vita a disordini e incendiato i materassi di gomma piuma.

Esasperazione è la parola giusta per riassumere la situazione che viene a crearsi in queste strutture”, commenta al Fatto la Garante dei diritti delle persone private della libertà di Roma, Valentina Calderone. “In sostanza abbiamo a che fare con posti dove spesso vengono trattenute persone che nemmeno sanno perché sono lì dentro. Molte non verranno mai rimpatriate eppure passano nel Cpr anche molti mesi: senza fare nulla, in condizioni non idonee, e adesso coi 40 gradi che rendono tutto ancora peggiore”, spiega. Sul nuovo episodio di protesta, aggiunge: “Sono luoghi non funzionali, non co cos’altro ci si aspetti“.