È bufera sul professore di storia e filosofia dell’istituto superiore Pirelli, in via Assisi, nel quartiere romano Tuscolano, ritratto in un selfie mentre alle sue spalle due studenti compiono chiaramente un saluto fascista. Lo scatto, emerso dopo mesi dai fatti, grazie alla segnalazione di un gruppo di ragazzi e ragazze giunto alla Maturità, ha scoperchiato la pentola. Dietro quell’immagine, infatti, ci sarebbero – secondo quanto confermato a ilfattoquotidiano.it dagli uffici del ministero – altri episodi incresciosi e omofobi, dove l’insegnante mima un atto sessuale e usa espressioni fuori luogo durante le lezioni. Atteggiamenti che sarebbero stati oggetto di una contestazione disciplinare della dirigente scolastica Cinzia Di Palo, senza alcun risultato. Un’azione, quella della preside, che potrebbe finire negli atti dell’Ufficio scolastico regionale (Usr) perché non avrebbe informato i suoi vertici di quanto stava avvenendo. In ogni caso la numero uno dell’Usr, Paola Sabatini, una volta venuta a conoscenza della vicenda, attraverso i media, ha disposto immediatamente un’ispezione che avrà il compito di approfondire la questione, a partire dalla documentazione già presente nei cassetti di Di Paolo. L’episodio, intanto, è finito sul tavolo del ministero.
Il selfie attenzionato sarebbe stato scattato parecchi mesi fa ma nessuno degli studenti, prossimi alla Maturità, avrebbe avuto l’ardore di denunciare quanto accaduto in quell’aula. Solo al termine dell’esame di Stato qualcuno ha deciso di raccontare. “Due anni da incubo” avrebbero detto gli allievi del professore, amato da qualcuno per i suoi modi scherzosi e “da amicone” e per nulla accettato da altri, disgustati da alcuni suoi atteggiamenti. Secondo quanto riportato da La Repubblica in un filmato, anziché parlare di guerre e filosofi, il docente spiegava di quando lui da ragazzo guardava i “pornazzi”, portandosi a lezione due computer. In un altro video lo si vede chiudere uno studente in un cestino per la raccolta della carta tra le risate dei compagni. Su Instagram ci sarebbe anche l’immagine di uno studente piegato sulla cattedra con il prof dietro. Secondo una ex studentessa 19enne si tratterebbe “della simulazione di un atto sessuale”. Al suo “che schifo” il prof avrebbe anche risposto: “A te non piace?”.
Il professore di filosofia si sarebbe comportato in maniera discriminatoria anche nei confronti di alcuni studenti migranti e di altri omosessuali, con frasi gravi e inaccettabili. Sul caso si è scatenata anche l’opposizione. “Si tratta di un episodio inquietante all’interno di una scuola, con un docente noto per definirsi di estrema destra che avrebbe messo in atto comportamenti incompatibili con il suo ruolo. Chiediamo a Giuseppe Valditara di far piena luce su questa vicenda almeno con la stessa solerzia che ha dimostrato in altri casi”, hanno dichiarato gli esponenti del Movimento 5 stelle in commissione Cultura alla Camera, Antonio Caso, Anna Laura Orrico e Gaetano Amato. Mentre la consigliera regionale Partito democratico del Lazio, Eleonora Mattia, vicepresidente della prima commissione Affari costituzionali ha annunciato un’interrogazione: “È davvero scandaloso che nella scuola, prima palestra per la convivenza nella società civile al di fuori della famiglia, si verifichino delle esternazioni di stampo fascista, accompagnate persino da dichiarazioni razziste e omofobe, da parte di un professore, che dovrebbe invece essere l’autorevole punto di riferimento dei principi democratici di tolleranza e pluralismo quali valori alla base della nostra Costituzione e della nostra Repubblica. Ho depositato in consiglio regionale un’interrogazione su questi fatti e una richiesta di audizioni immediata delle parti coinvolte”.
Intanto l’Usr ha diramato una nota ufficiale: “Siamo profondamente rammaricati e preoccupati per quanto riportato poiché comportamenti razzisti e omofobi sono inaccettabili e in netta contraddizione con i valori di inclusività, rispetto e uguaglianza che la nostra istituzione promuove e difende con fermezza. Ignari della situazione, appresa solo oggi a mezzo stampa, abbiamo immediatamente avviato un’indagine interna per le verificare del caso; la nostra priorità è garantire un ambiente educativo sicuro e rispettoso per tutti gli studenti. Ribadiamo il nostro impegno nel combattere ogni forma di discriminazione e nel promuovere un clima scolastico inclusivo. Qualsiasi comportamento che violi questi principi sarà affrontato con la massima serietà e determinazione. Concludiamo esprimendo il nostro sostegno agli studenti e alle famiglie coinvolte, assicurando loro che lavoreremo incessantemente per ristabilire un ambiente educativo sereno e rispettoso dei diritti di tutti”.