Continua la protesta degli insegnanti di sostegno specializzati con i corsi formativi TFA, dopo l’approvazione del decreto 71, il cosiddetto “decreto Scuola”, passato in Senato martedì 23 luglio e convertito così in legge. “Questi nuovi corsi non avranno selezione all’ingresso e saranno on line – spiega Michela Verdecchi, del collettivo Docenti Specializzati di Sostegno, nato da una mobilitazione social – non capiamo questo privilegio, è quasi un condono.” I nuovi corsi, previsti dal decreto ed affidati ad Indire, saranno di meno ore rispetto ai TFA tradizionali (solo 30 Cfu, anziché 60), ma permetteranno comunque a chi li frequenterà di ottenere l’abilitazione per il sostegno. Saranno aperti a chi ha ottenuto un titolo all’estero, oltre che a coloro che possiedono almeno 3 anni di servizio negli ultimi 5 anni con alunni con disabilità. “Il TFA è stato duro – racconta Flavio, insegnante di sostegno – ho fatto un anno di percorso teorico e pratico, con 12 laboratori e un tirocinio da 150 ore. Adesso le mie certezze hanno cominciato a vacillare, perché è stata estesa la possibilità di effettuare la mia stessa attività, con questi corsi che non sono paragonabili a quello che ho fatto io.” La doccia fredda per gli insegnanti di sostegno era arrivata già in primavera, quando a scatenare la rabbia era stato un altro corso on line, abilitante su materia, di due mesi e del costo di 2000 euro, che ha permesso a coloro che lo hanno frequentato di passare dalla seconda alla prima fascia e di caricare ben 36 punti in graduatoria anche nel sostegno. “Questo corso ha dato 36 punti come 3 anni di servizio – spiega Giorgia, insegnante di sostegno da tre anni e con un’esperienza alle spalle da educatrice nelle scuole – il dottorato di ricerca ne dà solo 12, è senza senso e ingiusto. Dopo questo adesso arriva anche il decreto 71, io mi sento quasi vessata dal Ministero. Siamo passati da una situazione abbastanza serena al buio totale, noi non sappiamo se l’anno prossimo potremo lavorare.” Il collettivo Docenti Specializzati di Sostegno chiede l’assunzione per le persone che hanno svolto il proprio percorso in Italia e l’introduzione degli abilitati all’estero in coda in graduatoria.
Articolo Precedente

“Cercasi genitori imbianchini”: il Comune di Ventimiglia chiede aiuto alle famiglie per ridipingere le aule della scuola

next
Articolo Successivo

Produciamo laureati per il resto d’Europa: facciamoceli pagare

next