Jannik Sinner non parteciperà alle Olimpiadi di Parigi. La notizia del ritiro del numero 1 del mondo dai tornei di singolare e doppio (con Lorenzo Musetti) brucia più delle sue tonsille. Alla sua delusione annunciata sui social è seguita quella di metà dei tifosi del tennis azzurro; l’altra metà è impegnata a criticare la scelta, o trasformandosi in medici (in questo siamo plurimedagliati olimpici) a giudicare troppo debole la patologia per giustificarne il ritiro e criticare i due giorni di mare che Sinner si è concesso la settimana scorsa.
Stiamo tutti a parlare di Sinner ma, anche nella sfortuna visto che comunque perdiamo un giocatore che una medaglia poteva regalarcela dopo 100 anni (il bronzo di Uberto Luigi de Morpurgo proprio a Parigi nel 1924), possiamo andare oltre e leggerci qualcosa di positivo in questa situazione.
Gli altri giocatori, al momento poco o nulla sfiorati dai riflettori, tutti per Jannik, hanno l’occasione di dimostrare che il movimento è cresciuto. Lo stanno già facendo, a sprazzi, un po’ tutti, ma non tutti saranno alle Olimpiadi. Un regolamento un po’ particolare e le tempistiche del ritiro di Sinner, ad esempio, costringeranno Andrea Vavassori a sostituirlo in singolare. Lui che giocherà già il doppio maschile con Simone Bolelli (con buone possibilità di andare molto avanti) e il doppio misto con Sara Errani. Un sovraccarico che il torinese dovrà saper gestire per evitare di uscirne stritolato.
Lorenzo Musetti adesso avrà al suo fianco Luciano Darderi, entrambi giocano anche in singolare dove l’unico che potrà concentrarsi solo su se stesso è Matteo Arnaldi. Oltre a questi sconvolgimenti all’interno della spedizione italiana, il ritiro di Sinner ha fatto scalare le teste di serie e in parte facilitato il cammino in singolare di Djokovic e Alcaraz che non potranno più incrociarsi se non in zona medaglie. Nel doppio ovviamente Musetti perde la vetta fra le teste di serie che aveva con Sinner, ma vi sale l’altra coppia azzurra Bolelli-Vavassori. Vedremo.
Calcoli e ipotesi quasi mai si addicono al tennis, così come la salute di una persona che, da giocatore, ha capito di non poter essere al 100% in una manifestazione cui teneva. Torneo olimpico nel quale si sente forte la responsabilità di rappresentare il proprio Paese. Personalmente quando becco l’influenza non riesco ad alzarmi dal letto per due giorni, anche un supereroe come Jannik Sinner può ammalarsi e faticare a riprendersi per giocare un torneo. Facciamocene una ragione e anzi, tifiamo per la variabile impazzita. Sulla voglia dei nostri ragazzi di dimostrare che valgono e che il tennis italiano vale una medaglia.
Considerando anche il tabellone femminile io la vedo possibile e, se ci sarà da intonare l’inno azzurro sul podio olimpico, anche le tonsille di Sinner saranno guarite abbastanza da permettergli di cantarlo a squarciagola, da casa, dove ha detto che seguirà, come tutti noi, i Giochi della XXXIII Olimpiade.