In queste settimane un giornalista de Ilfattoquotidiano.it si trova a bordo della nave Life Support di Emergency impegnata nella sua 22esima missione nel mediterraneo centrale. Da quando ha iniziato la sua attività nel dicembre 2022, la nave umanitaria di Emergency ha recuperato 1856 persone. Inizia oggi una serie di video e articoli in cui documenteremo le fasi di preparazione e le operazioni in mare.

Non salviamo migranti, ma salviamo persone. E per un uomo di mare salvare persone è un obbligo giuridico e morale”. Domenico Pugliese è il comandante della Life Support, la nave di ricerca e salvataggio di Emergency. Prima di salire a bordo della nave di Emergency guidava navi commerciali e rimorchiatori d’altura che facevano assistenza a piattaforme petrolifere. Ma nel dicembre 2022 ha cambiato vita. Il motivo? “Perché oltre a fare il mio lavoro faccio del bene anche per gli altri, dunque faccio due cose in una” spiega mentre mostra un numero sul ponte di comando, 1856. Sono le persone salvate fino ad ora dalla nave. “Ma dietro a ogni numero c’è la storia di una persona, una donna, un uomo, un bambino” racconta il comandante che non riesce a scordarsi del pianto di una bambina del primo salvataggio. “Era la mia prima missione, tutto era un’incognita, ma quel pianto non me lo scorderò mai. Racchiudeva tutte le sofferenze che aveva passato in Libia e poi sul gommone”. Fino ad ora la Life support ha recuperato 37 imbarcazioni. “Ma potevano essere di più” dice Domenico riferendosi alla prassi di assegnare porti lontani inaugurata dall’inizio del 2023 dal ministro Piantedosi. “Di porti vicini ne abbiamo avuti ben pochi, siamo stati quasi sempre indirizzati verso Nord – spiega il comandante – e questo comporta più giorni di navigazione che si sarebbero potuti evitare”. E ogni giorno speso per raggiungere un porto lontano è un giorno tolto all’attività di ricerca e salvataggio. Secondo il report di Emergency, metà dei giorni di navigazione della nave sono stati spesi per raggiungere porti lontani. L’ultimo porto è stato quello di Civitavecchia. E da qui, per raggiungere le acque Sar serviranno diversi giorni di navigazione.

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L’ex ufficiale di marina che gestisce il ponte della nave di Emergency: “Quando inizi a salvare persone in mare non riesci più a smettere”

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