Per il terzo giorno consecutivo Tel Aviv torna ad additare al mondo il pericolo del cosiddetto “asse del male” di cui fa parte l’Iran. A chiamare in causa Teheran oggi è stato il ministro degli esteri israeliano Israel Katz, secondo cui il sabotaggio alle linee ferroviarie che sta gettando nel caos i collegamenti dell’Alta Velocità in Francia nel giorno dell’inaugurazione delle Olimpiadi di Parigi “è stato programmato ed eseguito sotto l’influenza dell’asse del male dell’Iran e dell’Islam radicale“.

Le autorità francesi non hanno ancora attribuito l’azione a nessun gruppo o Paese specifico e Gabriel Attal ha chiesto cautela su qualsiasi tipo di accusa: “L’indagine è ancora in corso“, ha detto il primo ministro ad interim. Secondo fonti investigative citate da Le Parisien, la pista privilegiata per individuare gli autori degli attentati incendiari che hanno seriamente danneggiato la circolazione dei Tgv è quella dell’estrema sinistra, visto il modus operandi dei sabotatori.

Ieri Katz aveva inviato una lettera al suo omologo francese Stéphane Séjourné avvertendolo di un complotto sostenuto dall’Iran per attaccare la delegazione israeliana ai Giochi, che oggi sfilerà durante l’inaugurazione insieme a quella dell’Italia. “Ci sono persone che cercano di minare la natura celebrativa di questo gioioso evento”, scrive Katz, “al momento abbiamo valutazioni sulla potenziale minaccia rappresentata da gruppi vicini all’Iran e da altre organizzazioni terroristiche che mirano a compiere attacchi contro i membri della delegazione israeliana e i turisti israeliani durante le Olimpiadi”. Quindi l’invito all’Occidente: “Il mondo libero deve fermare l’Iran ora, prima che sia troppo tardi”.

La risposta di Teheran alla lettera di Katz era arrivata questa mattina. “Atti terroristici non hanno spazio nei principi dei gruppi di resistenza, bugie e inganni non possono cambiare il ruolo dell’accusatore e dell’imputato”, ha affermato la missione della Repubblica islamica presso le Nazioni Unite.

Mercoledì era stato Benjamin Netanyahu a riportare il tema “Iran” sotto i riflettori internazionali. “Il nostro mondo è in subbuglio – aveva detto il premier israeliano parlando al Congresso di Washington -. In Medio Oriente, l’asse del terrore iraniano si confronta con l’America, Israele e i nostri amici arabi”, aveva detto riferendosi ai legami tra l’Iran e gli Houthi nello Yemen e Hezbollah in Libano. Nel discorso il capo del governo di Tel Aviv aveva ringraziato l’ex presidente repubblicano Donald Trump per la lotta senza quartiere condotta contro Teheran, elevata dal tycoon durante la sua presidenza a nemico pubblico numero uno, culminata nel gennaio 2020 con l’uccisione a Baghdad di Qassem Suleimani.

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