Prove su strada

Bentley Flying Spur Hybrid, la prova de Il Fatto.it – La familiarità del lusso – FOTO

Il lusso, quello elegante non offende l’occhio ma lo incanta fino a catturarlo. Anche se questo non è abituato a quella dimensione di fascinosa opulenza. Guidare una Bentley Flying Spur Hybrid (Extreme Silver) a Roma, se non abiti ai Parioli o in pochi altri quartieri esclusivi, non è come farlo a Montecarlo, dove si può confondere con altre mille bellezze su quattro ruote.

Di fatto, l’ammiraglia di Crewe che si aggira per Monteverde o Garbatella, è come un faro acceso in piena notte, una sorta di sfilata di alta moda, solo che al posto delle lunghe gambe delle modelle vede avanzare con l’incedere regale che le appartiene i suoi 5,316 metri di lunghezza. Del resto, è stata definita la Gran Turismo di lusso a 4 porte più raffinata del mondo. Non a caso un’auto che fa voltare le persone, con gli occhi che passano dalla carrozzeria a chi ha il privilegio di esserne al volante per farlo fermare a sua volta e chiedergli le informazioni più disparate. Una su tutte: quanto costa?

Ma girare per la Capitale a bordo di un salotto tecnologico (e insonorizzato) equivale a viaggiare sopra una nuvola silenziosa, grazie a un sistema propulsivo elettrificato che fa parte della strategia Beyond100 del Marchio di proprietà Volkswagen. La soluzione di compromesso che unisce il V6 benzina da 2,9 litri all’elettrico da 100 kW (135 cv) per un totale di 554 cv e 750 Nm di coppia massima. Soluzione accettabile al netto dell’abbandono del W12 (col suo motore da 6 litri) e della sopravvivenza del V8 biturbo da 4 litri.

Imponente, quasi esagerata, potente, raffinata, sicuramente esclusiva: la Flying Spur Hybrid della B alata, al netto dei 232.442 euro (259.405 euro nella versione S) fa parte di quei giganti che riescono a rivelarsi agili alla guida anche in una città… complessa come Roma, con il suo traffico e con le sue strade non proprio “americane”. Ma la sua comodità palese, evidente, certificata da un’abitabilità di altissimo livello e da un comfort (grazie anche ai 3.194 metri di passo, +130 mm rispetto all’ultima generazione) capace di far dimenticare tutto il caos intorno.

Anche se, bisogna ammetterlo, per apprezzarne al massimo le caratteristiche bisogna andare in autostrada, o sul GRA, il Raccordo Anulare della Capitale, magari in una fascia oraria non troppo trafficata. È in quel momento infatti, premendo a fondo il pedale del gas, che la Bentley Flying Spur Hybrid riesce ad esprimere l’altra sua anima, oltre quella raffinata: l’anima “cattiva” e potente dei suo motore che nella configurazione già descritta garantisce uno 0-100 km/h in 4”3 per oltre 700 km di autonomia a pieno carico (285 orari la velocità massima dichiarata). Anche la grande bellezza, dunque, può essere aggressiva senza farlo notare.

Perché il felino che si nasconde sotto il cofano di questa lussuosa Gran Turismo nella sua elegante combinazione di tradizione e sostenibilità (è la Bentley più ecologica di sempre….) riesce a sfruttare al meglio le doti che le hanno messo a disposizione gli artigiani travestiti da operai che lavorano a Crewe e dallo stato dell’arte della tecnologia. Dalle tre modalità di guida – E-EV Drive, Hbrid Mode e Hond Mode per gestire l’utilizzo della batteria durante il viaggio, al debutto su una Bentley del sistema di sterzo integrale, senza dimenticare la trazione integrale attiva e le quattro ruote sterzanti. La fusione ideale dell’elettronica di avanguardia applicata alla funzionalità per una vettura di oltre 5 metri che sfruttando le sue convincenti proporzioni riesce a rimanere stabile anche in curva. Con il velocissimo cambio automatico ZF a controllo elettronico a 8 rapporti, lo stesso della Continental, che completa una dotazione di prim’ordine.

Ma dopo il ruggito rigorosamente silenzioso, la Bentley Flying Spur Hybrid torna in un attimo alla sua placida dimensione da crociera cittadina, capace di attirare l’attenzione della successiva ondata di curiosi, o semplicemente desiderosi di comprendere cosa significhi, almeno per una volta, entrare in contatto con il lusso. Ovvero le impunture in pelle dei sedili, con le sue 15 possibili tonalità di colore (17 sono quelle della carrozzeria…), l’Alcantara degli inserti e tutte le altre prelibatezze di questa vettura simbolo di una possibilità superiore che dispone per la prima volta del suo display rotante al centro della console da 12,3” per l’infotainment e altre abituali amenità. Che possono essere racchiuse nella top View camera per una veduta a 360° della vettura e della camera Night Vision a raggi infrarossi che arriva fino a 300 metri e ai tanti sistemi di assistenza alla guida presenti a bordo. Ma rimane nel cuore per quella sua capacità di trasmettere una leggerezza impensabile nonostante, grazie alla nuova piattaforma e all’alluminio utilizzato, sfiori le quasi tre tonnellate di peso. Un paradosso espresso molto bene dai numeri di cui la vettura viene accreditata: parliamo di 30 km con 1 litro per quanto riguarda i consumi e di appena 75 g/km di CO2. Una sorta di miracolo.

Perché la sorprendente qualità della Bentley Flyng Spur è quella di trasmettere una familiarità alla quale ci si abitua facilmente. Pur sapendo in partenza che è un qualcosa da abbandonare presto. Troppo presto.