Non si muove una foglia, o quasi. Il calciomercato 2024/2025 è tra i meno scoppiettanti della storia per ora: niente botti e soldi anche di meno. Certo, si è mosso uno dei migliori calciatori del mondo, Mbappè che è andato al Real Madrid: operazione nell’aria da tempo però e per giunta a parametro zero, seppur non certo gratuita tra bonus alla firma e ingaggio. Ma si parla pur sempre di uno dei più forti al mondo.
Mbappè ha lasciato il Psg, la squadra che per un decennio ha approcciato il calciomercato in stile Di Caprio in “The wolf of Wall Street”, in particolare nella scena in cui butta via dollari: ad oggi, fine luglio, non fa registrare operazioni salvo l’acquisto di Safonov, portiere russo, per 20 milioni. Interesserebbe Osimhen del Napoli, De Laurentiis chiede almeno 100 milioni, i francesi non offrono più di 80: qualche anno fa invece l’atteggiamento sarebbe stato simile a quello degli oligarchi russi della barzelletta, che alla clausola rescissoria da 130 milioni avrebbero anche aggiunto qualche decina di milioni in più per non fare brutta figura.
Già, gli oligarchi russi: ormai assenti da tempo ai tavoli del calciomercato, così pure i cinesi. E persino l’Arabia Saudita, che lo scorso anno avrebbe puntato fiches milionarie su qualsiasi cosa in grado di colpire un pallone, in questi primi giorni di calciomercato (per la Saudi Pro League si parte a metà luglio) ad oggi latita. C’è il solito Al Ittihad che ha preso Moussa Diaby a 60 milioni, mentre l’Al Nassr di Ronaldo si è assicurata solo il portiere brasiliano Bento per 18 milioni: pochissimo insomma rispetto al miliardo di euro investito dagli arabi (solo per acquisto cartellini) nel 2023.
E pare richiamarsi al poeta di casa John Milton pure la Premier League, che di miliardi di euro nel 2023 ne ha messi sul mercato tre. Con l’Arsenal che tirava fuori 200 milioni per due giocatori, Declan Rice e Kai Havertz, o col Chelsea che nelle ultime tre sessioni di mercato era riuscita nell’impresa di sborsare quasi 1,2 miliardi di euro per ottenere negli ultimi due anni un dodicesimo e un sesto posto in Premier. Certo non si può parlare completamente di austerity per la Premier: i blues ad esempio hanno speso finora 88 milioni di euro, tuttavia suddivisi su cinque calciatori non di primo piano; lo United ne ha tirati fuori un centinaio per portare all’Old Trafford il centrale diciottenne Leny Yoro dal Lille e Joshua Zirkzee dal Bologna, ma grossi botti non ce ne sono (o non ancora). E la spesa (1 miliardo di euro) è finora lontana da quella messa in campo nelle scorse sessioni di mercato.
Nella Liga finora si è mosso il Real, con Mbappé ed Endrick, mentre il Barça è fermo, sebbene potrebbero essere proprio i blaugrana a piazzare il colpo dell’estate, assicurandosi Nico Williams, stella degli ultimi Europei. E c’è, sul mercato, pure il Bayern, che come lo scorso anno viaggia tra l’austerity predicata (vedi Uli Hoeness che nell’estate ’23 interessandosi a Osimhen parlò di “cifre fuori logica”) e quanto effettivamente messo in campo: nella stessa sessione di mercato il club bavarese, in cerca di un attaccante, prese il trentenne Kane a cento milioni, in quella attuale ne spende 51 per il 29enne Palinha (e 53 per il 22enne Olise dal Crystal Palace).
E la Serie A? I botti, quelli degli anni ’80 e ’90, sono appunto roba vintage ed è assodato, anche perché si è visto l’effetto che ha avuto la cosa più vicina (almeno nelle intenzioni) ad apparire un colpo di mercato (il 34enne Ronaldo alla Juve). Il punto semmai potrebbero essere le conseguenze della generale tendenza al risparmio altrui: lo scorso anno solo tra Arabia Saudita e Premier sono entrati nelle casse disastrate dei club di A quasi 500 milioni di euro, mezzo miliardo di ossigeno cui sommare altri 350 milioni circa da club tedeschi, francesi o olandesi (dati Transfermartk). Vuol dire che degli 1,2 miliardi incassati nel calciomercato 23/24 dai club di Serie A il 70 per cento è arrivato dall’estero e oltre il 40 per cento da Premier League o Arabia Saudita.
Ad oggi dalla Premier sono arrivati quasi cento milioni (compresi i 22 di Barrenechea e Iling Junior nell’operazione Douglas Luiz – Juventus), dall’Arabia Saudita solo i 12 per Aouar alla Roma: certo, è solo il 25 luglio, c’è più di un mese di tempo per “il soccorso” della Premier e delle europee, oltre due per la Saudi Pro League (il mercato per i club arabi chiude il 6 ottobre), ma ipotizzare un cambio di passo repentino da formiche a cicale pare fantasia. Proprio come i colpi di mercato.
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Il calciomercato più noioso di sempre. Dal Psg all’Arabia fino alla Premier: se i ricchi spendono meno, la Serie A non fa cassa
L'unico colpo lo ha fatto il Real con Mbappé (ma era telefonato)
Non si muove una foglia, o quasi. Il calciomercato 2024/2025 è tra i meno scoppiettanti della storia per ora: niente botti e soldi anche di meno. Certo, si è mosso uno dei migliori calciatori del mondo, Mbappè che è andato al Real Madrid: operazione nell’aria da tempo però e per giunta a parametro zero, seppur non certo gratuita tra bonus alla firma e ingaggio. Ma si parla pur sempre di uno dei più forti al mondo.
Mbappè ha lasciato il Psg, la squadra che per un decennio ha approcciato il calciomercato in stile Di Caprio in “The wolf of Wall Street”, in particolare nella scena in cui butta via dollari: ad oggi, fine luglio, non fa registrare operazioni salvo l’acquisto di Safonov, portiere russo, per 20 milioni. Interesserebbe Osimhen del Napoli, De Laurentiis chiede almeno 100 milioni, i francesi non offrono più di 80: qualche anno fa invece l’atteggiamento sarebbe stato simile a quello degli oligarchi russi della barzelletta, che alla clausola rescissoria da 130 milioni avrebbero anche aggiunto qualche decina di milioni in più per non fare brutta figura.
Già, gli oligarchi russi: ormai assenti da tempo ai tavoli del calciomercato, così pure i cinesi. E persino l’Arabia Saudita, che lo scorso anno avrebbe puntato fiches milionarie su qualsiasi cosa in grado di colpire un pallone, in questi primi giorni di calciomercato (per la Saudi Pro League si parte a metà luglio) ad oggi latita. C’è il solito Al Ittihad che ha preso Moussa Diaby a 60 milioni, mentre l’Al Nassr di Ronaldo si è assicurata solo il portiere brasiliano Bento per 18 milioni: pochissimo insomma rispetto al miliardo di euro investito dagli arabi (solo per acquisto cartellini) nel 2023.
E pare richiamarsi al poeta di casa John Milton pure la Premier League, che di miliardi di euro nel 2023 ne ha messi sul mercato tre. Con l’Arsenal che tirava fuori 200 milioni per due giocatori, Declan Rice e Kai Havertz, o col Chelsea che nelle ultime tre sessioni di mercato era riuscita nell’impresa di sborsare quasi 1,2 miliardi di euro per ottenere negli ultimi due anni un dodicesimo e un sesto posto in Premier. Certo non si può parlare completamente di austerity per la Premier: i blues ad esempio hanno speso finora 88 milioni di euro, tuttavia suddivisi su cinque calciatori non di primo piano; lo United ne ha tirati fuori un centinaio per portare all’Old Trafford il centrale diciottenne Leny Yoro dal Lille e Joshua Zirkzee dal Bologna, ma grossi botti non ce ne sono (o non ancora). E la spesa (1 miliardo di euro) è finora lontana da quella messa in campo nelle scorse sessioni di mercato.
Nella Liga finora si è mosso il Real, con Mbappé ed Endrick, mentre il Barça è fermo, sebbene potrebbero essere proprio i blaugrana a piazzare il colpo dell’estate, assicurandosi Nico Williams, stella degli ultimi Europei. E c’è, sul mercato, pure il Bayern, che come lo scorso anno viaggia tra l’austerity predicata (vedi Uli Hoeness che nell’estate ’23 interessandosi a Osimhen parlò di “cifre fuori logica”) e quanto effettivamente messo in campo: nella stessa sessione di mercato il club bavarese, in cerca di un attaccante, prese il trentenne Kane a cento milioni, in quella attuale ne spende 51 per il 29enne Palinha (e 53 per il 22enne Olise dal Crystal Palace).
E la Serie A? I botti, quelli degli anni ’80 e ’90, sono appunto roba vintage ed è assodato, anche perché si è visto l’effetto che ha avuto la cosa più vicina (almeno nelle intenzioni) ad apparire un colpo di mercato (il 34enne Ronaldo alla Juve). Il punto semmai potrebbero essere le conseguenze della generale tendenza al risparmio altrui: lo scorso anno solo tra Arabia Saudita e Premier sono entrati nelle casse disastrate dei club di A quasi 500 milioni di euro, mezzo miliardo di ossigeno cui sommare altri 350 milioni circa da club tedeschi, francesi o olandesi (dati Transfermartk). Vuol dire che degli 1,2 miliardi incassati nel calciomercato 23/24 dai club di Serie A il 70 per cento è arrivato dall’estero e oltre il 40 per cento da Premier League o Arabia Saudita.
Ad oggi dalla Premier sono arrivati quasi cento milioni (compresi i 22 di Barrenechea e Iling Junior nell’operazione Douglas Luiz – Juventus), dall’Arabia Saudita solo i 12 per Aouar alla Roma: certo, è solo il 25 luglio, c’è più di un mese di tempo per “il soccorso” della Premier e delle europee, oltre due per la Saudi Pro League (il mercato per i club arabi chiude il 6 ottobre), ma ipotizzare un cambio di passo repentino da formiche a cicale pare fantasia. Proprio come i colpi di mercato.
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Gp d’Australia, Norris domina su Verstappen. Gara da sogno per Antonelli, unico esordiente al traguardo. Incubo per le Ferrari
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".