Attiravano giovani donne nella loro agenzia di moda, con il pretesto di dover realizzare servizi fotografici e cinematografici per una campagna di sensibilizzazione contro la violenza di genere, per poi abusare di loro, anche in gruppo. Con queste modalità, secondo gli inquirenti, cinque donne sono state violentate in un’agenzia di moda nell’Albese, in provincia di Cuneo. A quanto si apprende, le violenze sono state commesse tra l’aprile del 2023 e il febbraio di quest’anno. Gli indagati sono un 46enne residente nell’Albese, fotografo dell’agenzia di moda, e un suo collaboratore, 36 anni. Su mandato della procura di Asti, i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di misura carceraria, per il primo dei due indagati, e di arresti domiciliari, per il secondo. Secondo gli inquirenti, i casi potrebbero essere più numerosi. Ci potrebbero essere altre donne vittime di abusi che ancora non hanno denunciato la violenza. A loro si rivolgono gli inquirenti, invitandole a contattare la procura o il comando dei carabinieri di Alba.

Gli indagati – hanno ricostruito gli investigatori grazie alle testimonianze delle modelle – utilizzavano tecniche “particolarmente insidiose“: riuscivano a convincere le vittime a spogliarsi dicendo loro che le immagini sarebbero servite per realizzare un cortometraggio contro la violenza sulle donne, da diffondere anche su canali istituzionali. Era a quel punto che il fotografo metteva in atto le aggressioni sessuali. Almeno in un caso, continuano gli inquirenti, è stato protagonista anche il 36enne collaboratore del fotografo dell’agenzia cuneese.

A quanto si apprende, i due indagati sono attivi da anni: la sede dell’agenzia coincideva con l’abitazione del fotografo, nell’Albese. Al contrario, nessuna delle ragazze che hanno denunciato gli abusi risiede in provincia di Cuneo. Si tratta di giovani donne che avevano già avuto esperienze nel settore ed erano state attirate dalle offerte pubblicate dall’agenzia sui siti di annunci lavorativi e sui social.

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