La corsa di MatteoBerrettini non si ferma: è finale anche all’Atp 250 di Kitzbuhel. Il 28enne romano ha battuto in semifinale in dueset (6-4 6-4) il tedesco YannickHanfmann, proseguendo una striscia di imbattibilità iniziata a Gstaad: nove vittorie negli ultimi nove incontri, senza perdere nemmeno un set. Dalla sconfitta a Wimbledon contro JannikSinner, Berrettini sembra aver tratto quella consapevolezza necessaria per tornare ad altissimi livelli. Oltre, ovviamente, a una condizioni fisica perfetta. Ora c’è la finale, contro il francese Hugo Gaston. Intanto la classifica Atp torna a sorridere: il tennista azzurro, attualmente numero 50 al mondo, da lunedì potrebbe scalare altre 10 posizioni.
“Penso di aver giocato bene, ho iniziato a servire meglio e a essere più aggressivo. Sono contento sapevo che era una partita moltodura. Adesso testa a domani”, il commento di Berrettini dopo aver conquistato la finale sulla terra rossa austriaca. “Ogni giorno mi sembra di avere più energia anche dal pubblico – ha detto ancora Berrettini – Questo aiuta, l’energia del pubblico è sempre importante. Dedico la vittoria a mia nonna“.
Questo Berrettini fa sognare. A Wimbledon aveva perso contro Sinner, giocando però un match alla pari con il numero 1 al mondo. Se il fisico lo sorregge, il suo tennis vale nuovamente il top. Era uscito sconfitto dal derby italiano sull’erba perdendo tre tie-break. Adesso, anche mentalmente, sembra un altro giocatore: ha vinto tutti gli ultimi tie-break giocati dopo Wimbledon, ben nove. Dopo la vittoria a Gstaad, un altro successo a Kitzbuhel gli regalerebbe il decimo titoloAtp in carriera. E un’incredibile iniezione di fiducia in vista della stagione sul cemento e degli Us Open. A New York sono pronti a rivedere The Hammer.
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La Redazione
Roma, 26 lug (Adnkronos) - “Fa sempre sorridere la lettura delle note stizzite dei componenti del Pd in Commissione Vigilanza Rai che ogni volta, casualmente, sbagliano numeri e riferimenti ufficiali". Lo dichiarano i componenti di Fratelli d’Italia della Commissione Vigilanza Rai.
"Infatti, con impeto e furore si lanciano parlando del disastro, a loro dire, dei telegiornali della Rai dimenticando, però, che il Tg1 resta il primo telegiornale nazionale per ascolti e che perde soltanto meno di un punto percentuale rispetto al Tg3 a cui, curiosamente, il Partito democratico nelle sue note non fa mai alcun cenno", proseguono.
"Piuttosto, se il Pd volesse davvero parlare di fallimenti, allora dovrebbe raccontare quelli che ha prodotto quando lottizzava ed occupava la Rai. Un indebitamento alle stelle, senza un piano industriale e senza alcun rispetto del pluralismo. Ecco, perché non parla di questi disastri che la Rai, come l’intera Nazione, è costretta a scontare?”, concludono.
Roma, 26 lug (Adnkronos) - "Il concetto di meritocrazia è spesso usato in maniera indebita in Italia. Spesso è declinato a destra. A noi invece accusano si assistenzialismo, di ‘divanismo’ in riferimento al Reddito di Cittadinanza. Poi però questo Governo ti sistema il cognato come ministro, la sorella a capo del Partito, e adesso, esauriti i parenti nei posti chiave, sono costretti ad entrare in un’altra fascia di conoscenze, dove pescano a caso". Lo ha detto Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, ospite del Giffoni film festival parlando del governo Meloni.
"Il Movimento 5 Stelle vuole offrire un’alternativa a questo governo. Siamo una forza giovane che si è distinta per degli elementi di rottura, con una vocazione antisistema che manterrà sempre -ha aggiunto-. Da noi ci sono delle regole severe, ci siamo imposti il taglio delle indennità che prendiamo come eletti, soldi che abbiamo reinvestito per la comunità, regole rigide per le liste, portato avanti una battaglia senza sconti per la transizione ecologica e digitale vera. Così non è un caso che tra noi non ci siano episodi di corruzione".
Milano, 26 lug. (Adnkronos Salute) - Sono 13.672 i casi di Covid registrati in Italia nella settimana tra il 18 e il 24 luglio, quasi il 53% in più rispetto ai 7 giorni precedenti quando i casi erano 8.942. Salgono anche i morti, 53 contro i 40 della settimana precedente (il 32% in più). E' quanto riporta il bollettino aggiornato del ministero della Salute sull'andamento di Covid nel Paese.
Sono 3 le regioni che superano quota 2mila contagi censiti: in testa la Campania con 2.492 casi, seguita dalla Lombardia con 2.453 casi, e dal Lazio con 2.178 positivi. Sopra quota mille il Veneto (1.152) e la Puglia (1.101)
Il tasso di positività a livello nazionale è pari a 13,8% - calcolato su un totale di 98.771 tamponi eseguiti (erano 79.967 la scorsa settimana) - e sale di 2,6 punti percentuali rispetto a quello dei 7 giorni precedenti (11,2%).
Roma, 26 lug (Adnkronos) - "Di fronte all’ennesimo suicidio in carcere, questa volta nel penitenziario romano di Rebibbia, colpisce il persistente negazionismi del Governo che, per bocca del sottosegretario Ostellari, afferma che tutti gli istituti penitenziari sono regolarmentari e quindi, di fatto, per il Governo non c’è nessuna emergenza". Lo dice Devis Dori, capogruppo di Avs nella Commissione Giustizia della Camera.
"Il Ministro Nordio non è pervenuto. Una popolazione vasta che abita il carcere per lavorare o per la detenzione sta soffrendo terribilmente, tanto da spingere il presidente della Repubblica a parlare di una ‘condizione indecorosa’. Noi chiediamo un urgente intervento normativo per rilanciare le misure alternative al carcere", aggiunge.
Roma, 26 lug. (Adnkronos) - "A poche ore dalla pubblicazione sulla piattaforma online, il referendum sull’autonomia differenziata ha già raccolto quasi trentamila firme digitali, gratuite e certificate, di cittadini che vogliono partecipare alla vita democratica del Paese, anche d’estate sotto l’ombrellone. Questo vuol dire che in pochi giorni verrà raggiunto l’obiettivo delle 500mila sottoscrizioni necessarie. Un successo che dimostra come la democrazia digitale è un’opportunità per tutti e che la tecnologia può e deve essere sempre più al servizio della democrazia”. Lo scrive su twitter il segretario di Più Europa Riccardo Magi, pubblicando una foto delle firme raccolte sulla piattaforma digitale.
Roma, 26 lug. - (Adnkronos) - “Il fatto è di inaudita gravità dal momento che gli indagati non hanno esitato a sparare numerosi colpi d'arma da fuoco, in pieno giorno, a volto scoperto e sulla pubblica via per risolvere una bega con un tossicodipendente albanese. Si tratta di un'azione spropositata nella stessa ottica criminale che ha messo a concreto rischio l'incolumità di più persone e che in sé denota come pericolosi coloro che l'hanno realizzata”. E’ quanto scrive il gip di Roma Paolo Scotto di Luzio nell’ordinanza con cui ha disposto il carcere per i due ventenni accusati dell’omicidio di Caterina Ciurleo, la donna di 81 anni colpita alla schiena lo scorso 23 maggio da un proiettile vagante mentre era in auto in via della Riserva Nuova. Si tratta di due stranieri. La vittima, colpita per errore, era seduta al lato passeggero di una Smart guidata da un’amica quando è stata raggiunta dal proiettile partito da una macchina in corsa poi fuggita: il colpo ha attraversato il bagagliaio dell'utilitaria e poi il sedile. I due, uno alla guida e l’altro che ha aperto il fuoco, sono stati arrestati dopo le indagini della Squadra mobile, coordinate dal pm della Dda Carlo Villani.
È fissato per lunedì l’interrogatorio di garanzia per i due ventenni arrestati. L’atto istruttorio si terrà nel carcere di Regina Coeli. Per i due le accuse sono di omicidio e tentato omicidio.
“La Fiat 500 con a bordo gli autori del fatto nella disponibilità di un'arma da sparo altamente letale e pienamente efficiente ha viaggiato per quasi due ore nel tentativo di imbattersi nella Polo; vale a dire che si è trattato di una vera e propria caccia protrattasi per un tempo del tutto apprezzabile senza che gli indagati abbiano mai desistito dal proprio intento”, si legge ancora. Dalle indagini è emerso che la vittima non era il reale bersaglio dell’agguato, in quanto i colpi, almeno 5 calibro 9, erano stati esplosi in direzione di un’altra macchina che si trovava sulla stessa carreggiata percorsa dalla vittima.
“Quando per la prima volta le due vetture si sono incrociate e dunque si sono trovate a brevissima distanza tale da costituire un più facile bersaglio gli autori del fatto non hanno esitato a esplodere una pluralità di colpi indirizzandoli all'altezza dell'abitacolo - scrive il gip - Proprio la circostanza che gli indagati abbiano valutato conveniente sparare solo quando l'auto si è trovata a più facile tiro induce a escludere la natura dimostrativa del gesto perché oggetto dell'azione erano proprio gli occupanti dell'auto lungamente inseguita allo scopo. Nel medesimo senso depone il numero di colpi esplosi tutti indirizzati verso la medesima vettura che ha superato la macchina su cui viaggiava la signora Ciurleo per sottrarsi al fuoco”.
Il gip sottolinea inoltre come “hanno mostrato per questa via sicurezza nei propri mezzi criminali, sintomo di una particolare propensione al delitto, che deve essere valutata quale elemento significativo di pericolosità sociale. Nemmeno si può tacere che gli intenti delittuosi, sono stati perseguiti con particolare caparbietà circostanza questa che pure va letta per qualificare la personalità di entrambi. La condotta successiva mantenuta, l'abbandono dell'auto, l'aver fatto scomparire l'arma (su quella rinvenuta e sequestrata sono in corso accertamenti), pure deve essere letta nel senso della capacità criminale degli indagati”.
Il giudizio è avvalorato per uno degli arrestati “anche dai precedenti penali che lo qualificano come delinquente nel settore del traffico illecito di stupefacenti” mentre la condanna dell’altro arrestato “per resistenza a pubblico ufficiale pure lo indica come soggetto violento. Il giudizio si fonda quindi sulle modalità del fatto oggettivamente gravissimo, al di là della morte di una persona del tutto estranea all'ambiente in cui è maturato il fatto, e sulla negativa personalità degli indagati ampiamente dimostrata a prescindere dalla loro giovane età”.
Roma, 26 lug. (Adnkronos) - "Evidenziando di fatto l'abnormità del modo in cui il Governo Meloni sta legiferando, procedendo al ritmo mai visto prima di circa 4 decreti legge al mese, la sentenza n. 146/2024 della Corte Costituzionale depositata ieri sembra destinata a rappresentare uno spartiacque". Così il senatore del Pd Dario Parrini, vicepresidente della commissione Affari costituzionali. "A prescindere dal singolo episodio - prosegue - che ha fatto nascere il giudizio (un'ordinanza di rimessione del Tribunale di Napoli chiamato a esprimersi sulla vergognosa cacciata di Stéphane Lissner dalla direzione artistica del Teatro San Carlo di Napoli imposta per decreto al fine di assicurare un posto di prestigio a Carlo Fuortes così da convincere quest'ultimo a lasciare libero il suo in Rai), la Consulta nel dichiarare l'illegittimità costituzionale della disposizione in questione, inclusa nel comma 3 dell'articolo 2 del dl 51/2023, ha svolto considerazioni generali di primaria importanza in materia di ricorso ai decreti legge".
"Le affermazioni di principio contenute nella sentenza sono chiarissime e assai rilevanti - aggiunge - fare abuso dei decreti legge - adottandoli a ripetizione, spesso senza nessun motivo d'urgenza dimostrabile, addirittura inserendovi in sede di emanazione o di conversione norme estranee alla materia principale trattata, e nei casi più gravi palesemente ad personam - è una prassi politica altamente deprecabile che si pone in contrasto con la Costituzione in primo luogo perché ne scardina gli equilibri basilari svuotando le funzioni del Parlamento e perché apre la strada a un "modo di legiferare caotico e disorganico che pregiudica la certezza del diritto". "Dopo un pronunciamento così chiaro - conclude Parrini - bisogna sperare che il governo "tutto-decreti" avverta che ha il dovere di cambiare strada e di smetterla di calpestare le Camere, che, come ricorda la citata sentenza, sono la sede più alta e compiuta "della rappresentanza della Nazione".
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