Le pur attese dimissioni di Giovanni Toti stanno scatenato le reazioni della politica, com’era prevedibile. Ma il fatto che la Lega di Matteo Salvini e Carlo Calenda leggessero queste dimissioni nello stesso modo, come un elemento preoccupante per la democrazia, era meno prevedibile. “In Liguria siamo di fronte all’ennesimo tentativo di sovvertire il voto popolare usando inchieste e arresti”, secondo il Carroccio. Un colpo di mano sovversivo che non “intimidisce” la Lega, sicura che “i cittadini sapranno rispondere democraticamente” alle elezioni regionali anticipate, rese necessarie dalle dimissioni di Toti. Una chiave di interpretazione non dissimile a quella consegnata a X dal leader di Azione. Anche Calenda, pur ricordando di essere un avversario dell’ex presidente di Regione, ha dato contro alla magistratura: ritiene “indegno di uno Stato di diritto forzare le dimissioni di un Governatore attraverso l’imposizione di misure cautelari a pioggia”. Un’analisi rigettata dalle altre opposizioni. Per Elly Schlein, Toti “finalmente” si è dimesso, seppur in “grave ritardo”. La leader del Pd, inoltre, ha chiamato a raccolta le “forze alternative alla destra“: “Costruiamo un progetto che guardi al futuro”. Matteo Renzi già offre una spalla alla segretaria del Partito democratico: “In Liguria staremo con il centrosinistra, senza proporre un nostro candidato”.

Contro la magistratura Il Carroccio ha affidato il suo commento a un nota. “In Liguria siamo di fronte all’ennesimo tentativo di sovvertire il voto popolare usando inchieste e arresti – si legge -. La Lega non si fa intimidire e i cittadini sapranno rispondere democraticamente riconfermando il centrodestra che ha rilanciato la Regione da tutti i punti di vista”. Mentre su X Calenda scrive: “Toti è un nostro avversario. La valutazione sulla sua gestione è negativa. I profili di conflitto di interessi sono quanto di più estraneo alla prassi di Azione si possa immaginare. Ma forzare le dimissioni di un Governatore attraverso l’imposizione di misure cautelari a pioggia è indegno di uno Stato di diritto. Così come indegno è usare le inchieste come fondamento di un confronto politico. Non è stata un bella pagina per la democrazia italiana”. Posizione analoga a quella del forzista Maurizio Gasparri, che parla di “enorme pressione della magistratura”, e della senatrice Michaela Biancofiore, presidente del gruppo Civici d’Italia, NM, Maie: “I giudici hanno obbligato un governatore, democraticamente eletto, a scegliere tra libertà e dimissioni. È quanto più lontano dal concetto di una democrazia occidentale: una vicenda inquietante, inconcepibile in uno Stato di diritto”.

Le opposizioni: “Finalmente”. Schlein: “Ora uniti” – “Finalmente Giovanni Toti si è dimesso, anche se con molto ritardo. Sono passati 80 giorni in cui la Liguria è stata ferma, paralizzata, tenuta a i domiciliari con lui”, ha dichiarato Elly Schlein parlando con la stampa al festival di Giffoni, spiegando che “è l’occasione per restituire la parola ai cittadini e alle cittadine liguri”. “È l’occasione per le forze alternative alla destra per costruire un progetto che guardi al futuro della regione e che sia all’altezza delle emergenze che lì vanno affrontate – continua -. Penso alla situazione della sanità pubblica con attese di più di 400 giorni per un esame specialistico”. Secondo Schlein, “sono tutte questioni che vogliamo discutere con tutte le altre forze che sono interessate a costruire un’alternativa per affrontare le grandi questioni che riguardano il futuro di una regione importante come la Liguria”. Per Angelo Bonelli, deputato di Verdi e Sinistra, “le dimissioni di Toti erano un atto politicamente dovuto per il fallimento delle sue politiche che hanno portato la sua Regione a vedere compromessi diritti e prestazioni essenziali: dalla sanità pubblica al trasporto con una forte aggressione all’ambiente. Ora rimaniamo uniti per vincere le elezioni”. Anche Matteo Renzi ha inviato un messaggio elettorale, in vista delle regionali anticipate: Italia Viva “starà insieme per le regionali, anche in Liguria”, con il centrosinistra, ma “non presenterà” una sua candidatura che “verrà invece presentata dalla coalizione”, ha detto Renzi a SkyTg24. “Noi lavoreremo sul programma”, aggiunge. Non si espone il Movimento 5 Stelle. “Dispiace che si sia arrivati a questo epilogo dopo aver tenuto la Regione in ostaggio per due mesi e mezzo”, ha commentato il capogruppo regionale del Movimento Fabio Tosi. E ha aggiunto: “Ora si restituisca la parola agli elettori, la cui decisione è e sarà per noi sempre sovrana”.

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