Descriverla è semplicissimo e difficilissimo, ma non sbaglia chi la chiama la “Jeff Bezos russa”. Come l’imprenditore statunitense, Tatyana Bakalchuk, la donna più ricca della Federazione, ha creato un portale di commercio online, Wildberries, “l’Amazon russa”, un mastodonte cresciuto esponenzialmente fino a straripare e vale oggi miliardi di dollari, e ha milioni di visitatori e clienti al giorno tra Russia, Bielorussia, Kazakistan, Armenia e Kirghizistan. L’imprenditrice – che cominciò la sua scalata quando era ancora un’insegnante e aveva solo 28 anni – è stata affiancata sin dagli esordi negli affari dal marito Vladislav Bakalchuk, che formalmente oggi possiede solo l’1% di Wildberries. Lui è finito alla corte di Kadyrov e lei ora vuole divorziare.

Bakalchuk ha cercato l’aiuto e l’intervento del caudillo di Grozny per evitare una fusione imminente (e alquanto misteriosa) che ha definito “acquisizione ostile” e sequestro, tra la piattaforma online di Tatyana e una compagnia infinitamente più piccola, la Russgroup, che vale venti volte meno dell’Amazon russa (“solo” poco meno di tre miliardi di dollari). Quello che in un video ha promesso il leader ceceno è di “far tornare Tatyana alla famiglia e proteggere un business legittimo” dalla fusione che però ha benedetto Putin.

Wildberries e Russgroup hanno annunciato un mese che fa che si sarebbero unite in una sola piattaforma: la Rwb. Prima di farlo però hanno cercato il placet del Cremlino con una lettera pubblica, indirizzata a Putin e poi sottoposta al suo dicastero dell’Economia, chiedendo il supporto del presidente per avviare la “più grande rete bancaria digitale” senza Swift (vietato ai russi dall’inizio del conflitto), dove i pagamenti avverranno in rubli. Lo scopo è rivaleggiare con Amazon e Alibaba con 5,8 miliardi di clienti potenziali e mire nel Sud globale. Una scommessa che potrà regalare vantaggi nel lungo periodo e di cui difficilmente si scriverà un de profundis. Wildberries e Russgroup hanno avuto da Peskov e altri dagli uomini del presidente un sonoro sì. Nel futuro progetto a Tatyana spetterà la direzione generale, ma subentrerà anche Robert Mirzoyan, che diventerà amministratore delegato.

È stato il media The Bell a ricostruire la carriera di Mirzoyan, che nel 2019 acquistava beni per Suleyman Kerimov, 12esimo oligarca russo con oltre 10 miliardi di dollari in banca; Mirzoyan è stato anche in affari con l’ex calciatore Guram Adzhoyev, che lavorava nelle aziende di Arkady Rotenberg, amico del presidente russo. Per molti analisti non si tratta di una fusione finanziaria, ma di un accaparramento del controllo e una spartizione dei beni tra l’élite al potere del tesoro digitale creato dall’ex pedagoga. Tra passi avanti e indietro e inversioni a u, c’è ora Vladislav, il marito della tycoon che, via Kadyrov, le ha anche ricordato che non hanno alcun accordo prematrimoniale per la divisione dei beni.

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