Chissà le volte in cui avrà pensato e ripensato, Benedetta Pilato, a quanto successo a Tokyo, il 25 luglio 2021, a quella gambata irregolare che le è costata la squalifica: un accenno involontario di movimento in più durante la risalita dalla parte subacquea, quando – secondo il regolamento – si può effettuare solo una calciata. Brillante nuotatrice tarantina classe 2005, la giovanissima Benny (questo, il nome di battaglia della specialista dello stile rana) arriva alle Olimpiadi di Parigi in cerca di riscatto, con questo rovello in mente, e dopo aver ottenuto molto: record e medaglie di ogni foggia.

Tutto è iniziato nel luglio 2019, ai Mondiali di nuoto a Gwangju in Corea del Sud, quando vincendo l’argento nei 50 metri rana a soli 14 anni diventò l’atleta azzurra più giovane a debuttare in un campionato mondiale, la più giovane medagliata di sempre – più precoce di Novella Calligaris e di Federica Pellegrini –, nonché la prima italiana a scendere sotto il muro dei 30 secondi in quella distanza. Un tempo che, per altro, rimase competitivo per due anni finché sempre lei non arrivò a 29″30. E ancora – tra le discipline dei 50 e dei 100 metri –, Pilato è stata sia campionessa mondiale nel 2022 sia campionessa europea (2021, ’22, ’23), riuscendo in ognuna di queste competizioni maggiori a salire sul podio. Lo dimostra il bronzo strappato d’orgoglio al mondiale di Fukuoka nel 2023, dopo un periodo personalmente e professionalmente difficile che, come lei stessa ha raccontato, si è avvicendato tra malanni, pressioni, riflessioni e scelte difficili.

Cosa succede, infatti, a una quattordicenne che viene incoronata nuova stella del nuoto italiano? Cosa rimane della ragazzina con in testa le canzoni di Jovanotti che nuota perché si diverte, che ha iniziato a due anni perché il nuoto era una passione del padre, Salvatore, e che non vuole tralasciare gli studi, tanto da fare i compiti in macchina con la mamma Antonella che la accompagna agli allenamenti? Come si gestisce, cioè, la pressione di una federazione che ti percepisce già come una campionessa?

Pilato – che è tesserata per il Circolo Aniene di Roma – è voluta restare fino alla maggiore età in famiglia, nella sua amata Taranto, per conseguire la maturità al liceo scientifico, ottenuta con il massimo dei voti, e rimanere con l’allenatore che la scoprì da piccola, Vito D’Onghia. Con tenacia, ha difeso le sue scelte da una federazione che probabilmente voleva affrettare il passo verso il professionismo. Ne ha parlato con schiettezza in televisione, in quei collegamenti post-gara a bordo vasca o in altre interviste, rivendicando il diritto di restare ragazza, rispettare i propri tempi e preservare ciò che per lei è il nuoto, cioè divertimento e senso di libertà, pure in risposta ad alcune frasi sgradevoli e velatamente maschiliste di certi commentatori televisivi. Il coraggio, certo, non le manca: lei che, tra le prime, ha sdoganato la questione tutta femminile del ciclo mestruale nella vita di un’atleta, che delle volte rischia di inficiarne la performance.

L’anno scorso, in vista di queste Olimpiadi, ha cambiato tutto: città e allenatore. Ha aspettato di capire che era il momento giusto, ha detto. Si sentiva pronta per diventare ciò che da sempre sogna: una grande campionessa. Arrivata a Torino – iscritta in parallelo alla facoltà di Biologia –, si allena alla corte dell’esperto Antonio Satta. Si trova molto bene e i risultati sono giunti nelle ultime competizioni: oro e argento all’Europeo di Otopeni (dicembre ‘23), e bronzo al Mondiale di Doha (febbraio ’24).

A Parigi, dunque, Benedetta vuole diventare grande. La aspettano i 100 metri, la sola distanza olimpica. Appuntamento per il 28 luglio a La Defense Arena di Parigi, con le batterie e, si spera, il giorno dopo con le finali. Sulla sua strada, però, la lituana Rūta Meilutytė (classe 1997), che dal suo ritorno alle competizioni nel 2021 – si era ritirata dall’attività agonistica nel 2019, dopo aver vinto le Olimpiadi di Londra nel 2012 a 15 anni – si sta dimostrando la sola rivale da temere. Proprio Meilutytė, infatti, ha infranto il suo record nei 50 rana, coprendo la distanza in 29.16 secondi, e soffiandole la medaglia d’oro nelle due ultime competizioni mondiali. Rapide ed esplosive entrambe, vederle duellare sull’acqua è un piacere. La lituana, più forte fisicamente, spinge dall’inizio e si porterà subito in vantaggio, mentre Pilato, più dinamica, cercherà il sorpasso con la sua vasca di ritorno, in cui è capace di tutto.

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