Una cerimonia di apertura delle Olimpiadi 2024 storica, anche e soprattutto nelle scelte dissacranti. Tanto da far andare su tutte le furie l’estrema destra. Francese e non solo. Alcuni dei quadri viventi messi in scena dal regista Thomas Jolly tra i monumenti della città hanno aizzato commentatori conservatori che non hanno esitato a tirare in ballo l’offesa a religioni e costumi. “Mi prendo la responsabilità di tutto, felicemente, collettivamente”, ha rivendicato uno degli autori, lo storico Patrick Boucheron citato da Libération. E se Marine Le Pen tace in un assoluto (e conveniente) silenzio, la nipote Marion Marechal grida alla presunta “ideologia woke” che avrebbe rovinato la manifestazione. Insomma, la tanto invocata tregua olimpica delle politica non c’è stata e forse, dopo un mese di montagne russe, non ci può essere. Tanto che anche la sfilata di apertura dei Giochi è diventato un nuovo terreno di scontri tra i partiti.

L’ultima cena con le drag queen – Non solo le destre, persino i vescovi si sono scagliati contro la scena che sembra evocare il quadro “L’Ultima cena” di Leonardo Da Vinci, ovvero una delle rappresentazioni più iconiche dell’ultimo pasto di Gesù con i suoi apostoli. Il titolo del passaggio era “festività” e tra i presenti anche alcune drag queen. Al centro una donna con un simil copricaco religioso e che con le mani formava un cuore. Hanno protestato il Rassemblement National e gli esponenti della Chiesa. E perfino Matteo Salvini ci ha tenuto a far sapere la sua indignazione per quella che sarebbe stata “un’offesa ai cristiani: “Francesi squallidi“, ha detto.

Aya Nakamura – Ma non solo le drag queen. A mandare fuori di testa e impallare le tastiere dell’estrema destra, è stata anche la prestazione della cantante Aya Nakamura insieme alla Guardia nazionale. Nata a Bamako, capitale del Mali, è naturalizzata francese da 21 anni. E’ l’artista francofona più ascoltata del mondo, ma il solo annuncio della sua presenza aveva già scatenato le proteste della stessa Marine Le Pen. L’esibizione insieme alla Guardia repubblicana, uscendo dall’Academie Française (l’ente che deve sorvegliare le evoluzioni della lingua), ha fatto il resto. Vestita con un costume oro ha intonato due delle sue canzoni più famose Pookie e Djadja e il capolavoro “For me Formidable” di Chalres Aznavour. L’esibizione si è chiusa con lei, circondata dalla Guardia repubblicana, che fa il saluto ufficiale. Alla faccia della dissacrazione.

Dioniso in slip dipinto di blu – E’ tra gli screenshot che più circola nelle ultime ore. Il cantautore Philippe Katerine che, travestito da Dioniso dipinto di blu in slip, interpreta due estratti dei suoi brani più famosi: “Nu” (ovvero “Nudo”) e “Louxor, j’adore. L’artista è molto noto per le sue provocazioni ed è apparso da sotto una campana e sdraiato su un vassoio, con una corona di uva. Proprio come il dio greco del vino e della leggerezza. Dagli spezzoni che circolano online non sempre è chiaro, ma il tavolo dell’esibizione, era lo stesso usato nella scena messa sotto accusa per la rievocazione dell’ultima cena. Un’unica scena di “festeggiamenti”, come da titolo del quadro immaginato dal regista.

La marsigliese cantata da Axelle Saint-Cirel e la celebrazione di Simone Veil (e il diritto all’aborto) – Nel calderone di polemiche, ce n’è stato anche per la cantante della Guadalupa Axelle Saint-Cirel che ha interpretato l’inno nazionale vestita con la bandiera francese. Una prestazione che ha lasciato senza fiato, raccogliendo apprezzamenti unanimi. Ma su X non sono mancati i commenti razzisti di chi ha commentato il colore della sua pelle. “La Guadalupa è territorio francese”, hanno replicato gli utenti in sua difesa. A far imbizzarire, anche il fatto che il suo passaggio si chiamasse “sororité” (ovvero “sorellanza”) in onore delle donne che hanno fatto la storia della Francia. E così, mentre cantava, dalla Senna è comparsa la statua d’oro di Simone Veil, che da ministra della Salute promosse la legge per la depenalizzazione all’aborto. Ma anche quella di Olympe de Gouges, la rivoluzionaria che nel 1791 pubblicò la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina. O quella dell’avvocata femminista e franco-tunisina Gisèle Halimi o la filosofa Simone de Beauvoir.

Maria Antonietta con la testa decapitata Altra scena di grande impatto è stata quella che si è svolta alla Conciergerie, luogo ora sede del Palazzo di Giustizia e dove la regina Maria Antonietta fu imprigionata durante la Rivoluzione francese, poco prima di essere decapitata. E proprio lì, mentre il gruppo metal francese Goujira suonava i canti dei sans coulotte (“Ca ira” e “impiccheremo gli artistocratici”), ecco l’immagine della stessa Maria Antonietta con la sua testa in mano. Un quadro che ha spaccato le tifoserie online: “Violenza politica”, hanno gridato i conservatori. “Un capolavoro”, hanno risposto dal fronte opposto.

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