L’influencer e creator di contenuti per adulti ha ripercorso con FQ Magazine la strada che l’ha portata alla maturazione e alla conoscenza del proprio corpo
Cresciuta in un’umile famiglia della periferia milanese, idee chiare e grande personalità, è diventata con il tempo tra le più seguite e celebri content creator di OnlyFans. Venerdì è uscito il suo primo singolo “Dura” (feat.Guè) e Tami Tsunami ha trovato il modo per coronare anche la sua passione per la musica. Ma è stato soprattutto il lavoro nel mondo dei contenuti per adulti che, dall’età di 28 anni, le ha cambiato la vita. Una scelta frutto di un percorso di maturazione e conoscenza di sé, facendo del suo carattere uno scudo contro critiche e giudizi.
Perché hai deciso di intraprendere una carriera lavorando con i contenuti per adulti?
Ho sempre avuto un ottimo rapporto con il mio corpo e una personalità forte. Volevo seguire una strada fuori dagli schemi e mi sono detta: ‘Proviamoci!’.
Com’è cambiata la tua vita da quando ti sei iscritta a OnlyFans?
Il mio lavoro mi ha regalato tanto da molti punti di vista, mi ha fatto crescere e mi ha aperto la mente in un modo che non immaginavo. Mi ha permesso di viaggiare e conoscere persone meravigliose. È cambiata anche la mia situazione economica. Non mi è mai mancato niente, ma sono cresciuta in un contesto umile. Prima di quello attuale, ho fatto lavori di ogni tipo: cameriera, parrucchiera, segreteria.
È mutata la tua visione del sesso e dei rapporti intimi?
C’è stato un upgrade. Nonostante pensassi di avere già un ottimo rapporto con il mio corpo, l’ho riscoperto. Mi si è aperto un mondo.
Come vive la tua famiglia questa scelta lavorativa?
Rispettano me e la mia indipendenza. Hanno voluto darmi molta fiducia perché sanno che ho la testa sulle spalle. Quando ho preso la decisione di lavorare nell’ambito dei contenuti per adulti avevo circa 28 anni e mi conoscevo già bene.
I giudizi della gente ti toccano?
Faccio tanta fatica a far caso a critiche non costruttive e ai maleducati. Per me contano molto le opinioni delle persone che amo. Ovviamente non sono un cyborg, subisco i giudizi indirettamente, ma non mi pesano. Per carattere me ne frego, magari un’altra persona ne risentirebbe.
Per usufruire dei vari contenuti OnlyFans richiede un abbonamento ai canali. Quanto è difficile guadagnare visibilità?
Si pensa che tutto sia automatico e facile, ma oggi è saturo di questo tipo di contenuti. Per fare in modo che qualcuno venga a spendere due dollari su di te devi dare qualità, qualcosa di diverso. E poi bisogna pensare a pubblicare su qualsiasi piattaforma: X, Instagram, Facebook, PornHub e avere un canale Telegram.
Pensi che oggi l’accettazione del proprio corpo e della propria sessualità sia un tabù per ragazze e ragazzi?
Sì. Avere a che fare con sé stessi è normalissimo e ci permette di essere migliori in tutto quello che facciamo, ma oggi l’accettazione e la conoscenza del proprio corpo sono ancora argomenti tabù. Lo noto perché i fan che praticano autoerotismo con i miei contenuti mi ringraziano, pubblicamente o in privato. C’è una grande insicurezza dovuta all’arrivo dei social e alla ricerca della perfezione estetica. Ognuno è bello perché è diverso.
Manca l’educazione sessuale?
Sarebbe meraviglioso se si incrementasse, cominciando dalle scuole. Ragazzi e ragazze si cimentano in qualcosa che fanno per sentito dire. Bisogna aiutare i giovani a capire che tutto questo non è sbagliato.
Credi che, da questo punto di vista, OnlyFans possa avere un ruolo educativo, oltre che di intrattenimento e piacere?
Assolutamente sì. Anche se penso che ogni caso sia a sé e, a livello educativo, dipende da come viene trasmesso il messaggio. Non mi immaginerei a 18 anni, quando dovevo ancora conoscermi bene, a fare questo lavoro: il mio è stato un percorso. Da giovani è necessario cercare di capire bene i pro e i contro del voler iniziare a creare contenuti per adulti.
Venerdì è uscito il tuo singolo, “Dura (feat.Guè)”, nel quale traspare l’immagine di una donna forte e sensuale. Quanto è importante esserlo nel tuo lavoro?
Importantissimo. Trasmettere sicurezza rende a livello visivo. Per esempio, la mia figura autoritaria viene fuori quando creo contenuti che si chiamano ‘istruzioni su come effettuare autoerotismo’. Sono quelli che vanno per la maggiore tra i miei ed è grazie alla mia sicurezza.
Da dove è nata l’idea di pubblicare una canzone?
La musica mi ha accompagnata in ogni passo della mia vita e sono appassionatissima di hip-hop e r&b americano fin dai tredici anni. A diciassette andavo in studio per passione, un paio di persone credevano in me, ma non davo loro ascolto perché venivo da una realtà umile e non potevo permettermi di rincorrere i sogni. Circa due mesi fa mi è venuta l’idea di provare a scrivere un brano. In un’intervista, Guè mi aveva definita la sua “sua creator per adulti preferita”. Parlavamo ogni tanto e sono andata a trovarlo al concerto dei Club Dogo. Quando ho iniziato a scrivere “Dura” ho pensato di provare a inviargliela. Gli è piaciuta e abbiamo collaborato.
Com’è stato lavorare con lui?
È geniale e non solo nei testi, è un gran professionista ed è estremamente umile. Ha fatto una strofa bellissima e anche sul set del videoclip ci ha dato dentro.