È un ex segretario dei Comunisti italiani ed ex vicesegretario di una sezione del Partito Democratico, il professore di storia e filosofia dell’istituto superiore Pirelli, in via Assisi, nel quartiere romano Tuscolano, ritratto in un selfie mentre alle sue spalle due studenti compiono chiaramente un saluto fascista. È lui stesso a dichiararlo in un’intervista rilasciata a la Repubblica ripresa dal ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara che sui social ha scritto: “Ormai è certo: il famigerato professore “fascista” dell’istituto Pirelli, che ha indotto numerosi esponenti del Pd e del M5S a paventare il rischio di un dilagare di episodi di fascismo a scuola, è in realtà un ex dirigente del Pd abruzzese. Non solo: è anche un convinto antifascista”.
A scatenare le polemiche sul docente, nei giorni scorsi, era stato proprio il quotidiano diretto da Maurizio Molinari che aveva riportato la denuncia di alcuni ragazzi e ragazze della classe dell’insegnante che una volta arrivati alla Maturità avrebbero vuotato il sacco. A destare l’attenzione è stata quell’immagine che richiama i tempi di Mussolini ma non solo. Il docente sarebbe stato accusato anche di atteggiamenti sessisti, omofobi e razzisti tanto da far dire ai giovani che il tempo trascorso con lui è stato “da incubo”.
Ma a difendersi è sceso in campo il diretto interessato che ha spiegato: “Quando è stato scattato io non avevo il braccio alzato. Da dietro si vedeva solo gente che salutava. Sono convintamente antifascista, sono stato segretario dei comunisti italiani e vicesegretario del Partito Democratico. Sono stato insultato dai fascisti, che mi hanno anche sputato addosso. Ho chiesto agli studenti di cancellare la foto. E in generale chiedo sempre di non fare le foto. Non li ho visti mentre lo facevano. Più che rimproverarli, cosa posso fare? Li picchio? Si tratta di ragazzi di 18 anni che il saluto romano lo fanno a scopo provocatorio”.
In merito al un video in cui si vede mentre chiude uno studente in un cestino, invece, ha detto: “Stavamo scherzando. Il clima in classe era disteso e sereno. Se per una singola immagine si vuol fare un caso mediatico non è un problema mio”. E, su altre immagini in cui sembra mimare un atto sessuale con uno studente sdraiato sulla cattedra: “Lo studente si era attaccato alla cattedra, stavo solo cercando di farlo togliere. Ci siamo fatti quattro risate e poi abbiamo ripreso la lezione. Poteva sembrare chissà cosa e invece non era niente di che”. Il docente minimizza e tenta di discolparsi: “Vorranno gettare fango su di me, sulla scuola e sul corpo docente. Con la preside abbiamo convenuto che quei fatti andavano contestualizzati in quei precisi momenti, alcuni durante la ricreazione, e che finivano là, stop”.
Parole che hanno permesso al ministro Valditara di replicare alle accuse degli esponenti politici che gli hanno chiesto di intervenire sul caso: “Chi si è precipitato a chiedermi dichiarazioni di condanna e di stigma verso il “pericoloso eversore” ha fatto una pessima figura. Peccato che fra costoro vi sia anche una autorevole esponente del Pd, Anna Ascani, vicepresidente della Camera, che quantomeno per il ruolo ricoperto avrebbe dovuto usare maggiore prudenza e toni più misurati e istituzionali”. In ogni caso, ora, l’ufficio scolastico del Lazio ha avviato un’ispezione e sta verificando se realmente il professore ha usato espressioni omofobe e razziste.