Su un possibile dialogo tra Mosca e Kiev le acque si sono agitate già da giorni. Anche l’Ucraina, da sempre meno disposta a scendere a patti con un Paese invasore, sembra iniziare ad ammorbidire le proprie posizioni, come testimoniano le recenti dichiarazioni del ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, dalla Cina. Ma dalla Russia arriva subito una puntualizzazione che raffredda il clima. Il capo della diplomazia russa, Sergej Lavrov, ha dichiarato che la proposta di pace di Zelensky non può essere accettata come base per una trattativa, aggiungendo che l’Occidente continua a “ignorare” la posizione di Mosca sull’Ucraina, sperando in una capitolazione che invece non ci sarà.

Parole che riportano i due Paesi alla distanza che ha caratterizzato questi due anni e mezzo di guerra, con l’Ucraina che ha continuato a ripetere che l’unica pace possibile è una “pace giusta per Kiev“, ossia con la rinuncia della Russia a tutti i territori annessi o occupati dal 2014, compresa la Crimea. A Mosca, invece, sia la Crimea che le regioni proclamate unilateralmente territorio russo nel Donbass non possono tornare sotto il controllo di Volodymyr Zelensky. Posizioni lontane che difficilmente possono trovare un punto d’incontro nel breve termine.

Appare chiaro anche dalle parole di Lavorv, in Laos per partecipare alla riunione ministeriale dell’Asean, dove ha detto di essere stato informato dal suo omologo cinese Wang Yi dell’incontro a Pechino con il capo della diplomazia ucraina, Dmytro Kuleba. “Sentiamo che non è cambiata la posizione cinese, concentrata sulle cause sottostanti il conflitto” in Ucraina, e che Pechino è “predisposta verso una politica multilaterale“, compresa la tenuta di eventi e conferenze multilaterali “a condizione che questi siano accettabili per tutte le parti e solo se tutte le iniziative sono messe in agenda. Si tratta di un rifiuto a lavorare basandosi sulla sola formula di pace di Zelensky”, ha detto.

In Occidente “tutti ignorano ciò che stiamo dicendo e continuano a chiederci di avere un approccio costruttivo – continua Lavrov – che nella loro concezione significa la nostra capitolazione. Ma non ci sarà nulla del genere perché tutti gli obiettivi della operazione militare speciale in Ucraina saranno raggiunti. E su questo non ci sono dubbi”. Come ricorda Lavrov, Putin “ha ripetuto più volte che Zelensky ha proibito a se stesso e a tutti i suoi addetti, con un decreto firmato due anni fa, di negoziare con la Russia”. Malgrado gli appelli ad annullare quel decreto, “nulla del genere è accaduto”.

Resta da capire, quindi, perché allo stesso tempo da Kiev arrivi un messaggio come quello di Kuleba. Ma anche su questo Lavrov non si fa alcuna illusione: “Le numerose proposte di pace emerse di recente per risolvere il conflitto in Ucraina sono dovute al fatto che l’Occidente ha cominciato a rendersi conto dell’impossibilità di sconfiggere Mosca“.

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