Sembra essere tornati a un anno fa quando il sindacato degli attori e delle attrici (Screen Actors Guild-American Federation of Television and Radio Artists) aveva letteralmente bloccato Hollywood per la rinegoziazione dei contratti. Adesso lo stesso sindacato che rappresenta circa 170mila lavoratori del settore dei media e dello spettacolo, è di nuovo in stato di agitazione contro le principali aziende di videogiochi.
La decisione arriva dopo quasi due anni di tentativi per rinegoziare l’Interactive Media Agreement, un contratto che riguarda i lavori di doppiaggio e motion capture nel settore dei videogiochi, scaduto a novembre 2022. I manifestanti si oppongono all’abuso dell’intelligenza artificiale a danno degli interpreti.
“Basta così. Quando inizieranno a impegnarsi seriamente per offrire un accordo con cui i nostri membri possano convivere e lavorare, noi saremo qui, pronti a negoziare”, ha affermato la presidente SAG-AFTRA Fran Drescher, nota come protagonista delle serie tv “La Tata”.
“L’industria videoludica genera miliardi di dollari di profitti all’anno grazie alle persone che progettano e creano quei giochi – spiega Duncan Crabtree-Ireland, direttore esecutivo e capo negoziatore di Sag-Aftra – compresi i membri del sindacato che danno vita a personaggi memorabili e amati e meritano le stesse tutele dei loro colleghi del cinema, della televisione, della musica e dello streaming. Chiediamo un equo compenso e il diritto al consenso informato per l’uso di volti, voci e corpi da parte dell’Intelligenza Artificiale. È sorprendente che gli studios dei videogiochi non abbiano imparato nulla dalle lezioni dell’anno scorso”.
Le major si sono dette “deluse” dalla scelta: un portavoce anonimo ha dichiarato alla testata americana Deadline che il sindacato “ha deciso di abbandonare le trattative pur essendo vicino a un accordo che concede storici aumenti salariali e nuove tutele per la sicurezza”.