Lavoro & Precari

Rfi, i sindacati denunciano: “Colloqui privati con minacce velate ai lavoratori che hanno scioperato”. L’azienda: “Solo un confronto”

Lavoratori “convocati in colloqui privati” e “minacciati” per aver scioperato. Personale “in apprendistato” che riferisce di essere stato messo sotto “attacco” dopo l’astensione dal lavoro. Secondo quanto denunciato in una lettera dai sindacati Filt, Fit, Uilt, Ugl e Orsa del settore trasporti, gli impiegati Rfi della Sala Circolazione e degli Impianti del Reticolo Circolazione di Firenze sono stati ripetutamente intimiditi – e indirettamente ricattati – dal responsabile di sala e in alcuni casi dal dirigente regionale dopo essersi astenuti dal lavoro il 7 e il 18 luglio scorso, in occasione dello sciopero dei trasporti proclamato da alcune sigle sindacali per “il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro” e per il “miglioramento delle condizioni lavorative, sia normative che salariali”. Una situazione che Rfi, contattata dal fattoquotidiano.it, descrive come un semplice tentativo di confronto: “L’intento dei responsabili aziendali era quello di ascoltare eventuali disagi o criticità posti dai dipendenti nell’ottica di mantenere un confronto e un dialogo costruttivi”. Secondo i sindacati, invece, si è trattato in un vero e proprio “attacco diretto nei confronti dei lavoratori sia a livello personale che professionale”.

A leggere la lettera inviata dalle organizzazioni al responsabile delle Risorse Umane e a quello del settore Circolazione e Orario dell’Area di Firenze, infatti, durante alcuni colloqui privati i lavoratori sono stati sottoposti a “minacce più o meno velate” riguardanti la concessione di permessi, e sono stati accusati di richiedere malattie non giustificate e di non collaborare lavorando, se richiesto, anche “durante le giornate di Riposo o Riposo compensativo”. Dalla missiva emerge, inoltre, che il personale interessato da percorsi di crescita professionale, o ancora in apprendistato – e quindi più facilmente ricattabile a causa delle condizioni contrattuali – ha subito maggiori pressioni. Nello specifico, stando a quanto riferito, il responsabile e il dirigente durante i colloqui hanno dichiarato che non avrebbero più accettato le richieste di congedo – con particolare riferimento a richieste continuative di giorni di assenza fuori dal periodo estivo – se non dopo “l’uscita del turno”, “in contrasto con le norme emanate dalla stessa azienda”.

A fronte di ciò le sigle sindacali hanno chiesto alla dirigenza di approfondire gli episodi e hanno comunicato che, se non verranno dati chiarimenti e spiegazioni sugli episodi denunciati, metteranno in atto misure a tutela dei diritti dei lavoratori. Intanto, come riferito al fattoquotidiano.it da Rfi, lo scorso 24 luglio si è tenuto l’ultimo incontro tra la dirigenza e le organizzazioni firmatarie del contratto collettivo nazionale per un “confronto sui temi segnalati dai lavoratori”. “Sono continui e costanti i confronti fra l’azienda e i dipendenti con il dialogo e le iniziative di ascolto da parte dei responsabili aziendali diretti insieme a quelli fra l’azienda e i rappresentanti sindacali dei dipendenti firmatari del contratto aziendale attraverso appositi tavoli di confronto”, fa sapere la società.

Ma per i sindacati il personale del settore Circolazione di Firenze non è l’unico ad avere subito pressioni da parte dell’azienda dopo gli scioperi del servizio. Secondo l’Assemblea nazionale lavoratori Manutenzione Rfi (Anlm, ndr), infatti, a marzo 2024 ai lavoratori scioperanti impiegati nella manutenzione dell’infrastruttura ferroviaria è stato richiesto di giustificare le ore “considerate mancanti fra il termine della prestazione giornaliera” – ridotta per l’obbligo del riposo minimo per legge – e “la normale prestazione giornaliera”. Come spiegato in un documento ufficiale dell’Anlm, “in virtù dell’accordo del 12 maggio 2004 si considera la somma delle due prestazioni (mattina – notte) come il risultato ‘completativo’ delle due prestazioni pari alle attuali 15h 12’”. Da ciò ne consegue che “la prestazione della mattina vale a tutti gli effetti come una prestazione intera e lo sciopero in questo caso copre la prestazione notturna”. La richiesta di giustificativo è avvenuta, spiega l’Assemblea, a seguito della modifica dell’articolazione del turno di lavoro “da prestazione mattina/notte a prestazione giornaliera”. Una modifica apportata soltanto “successivamente allo svolgimento del turno in questione”.

Oltre alle richieste di giustificativo, l’Assemblea, il 25 marzo scorso, ha denunciato anche decurtazioni salariali superiori alle ore di astensione: “Coloro che hanno scioperato sulla giornata del 13 (marzo, ndr), avendo poi effettuato una prestazione notturna il 13 su 14 si vedranno trattenuta l’intera giornata. Di fatto in questa maniera l’azienda vorrebbe decurtare ai lavoratori programmati in servizio mattina/notte del 12 marzo un’intera giornata di lavoro più le ore ritenute mancanti, mentre ai lavoratori programmati in servizio mattina/notte del 13 comunque un’intera giornata di lavoro”. Tali misure, sottolinea l’Assemblea, “potrebbero rivestire un carattere di tipo antisindacale oltre che di illecito amministrativo e di appropriazione indebita”.