Olimpiadi Parigi 2024

Fare meglio di Tokyo: perché l’Italia a Parigi può puntare a un’altra Olimpiade da record – I campioni da medaglia e l’incognita degli ori

Le speranze degli italiani a Parigi 2024: da Ceccon e Ganna, poi l’atletica, la scherma e le discipline di lotta

Nello sport – si dice – vincere è difficile ma ripetersi lo è ancora di più. È questa la grande sfida dell’Italia alle Olimpiadi di Parigi 2024, al via venerdì 26 luglio: bissare l’incredibile trionfo di Tokyo 2021, edizione che è entrata negli annali per lo straordinario bottino di 40 medaglie, alcune delle quali (l’atletica con i 100 metri di Jacobs, Tamberi e la staffetta) sono già diventate leggende. Eppure l’ambizione neanche troppo celata della spedizione azzurra è quella di fare ancora meglio: con Ceccon e Ganna, l’atletica, la scherma e le discipline di lotta, Parigi 2024 dovrà rappresentare la consacrazione per lo sport azzurro ai vertici mondiali.

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LE PREVISIONI DEI SITI SPECIALIZZATI – Quante medaglie può vincere l’Italia stavolta? I pronostici alimentano le aspettative. Quelle azzurre in questo momento sono altissime: se consideriamo che fino a quattro anni fa la media era di poco inferiore ai 30 e oggi si ragiona apertamente sui 40 e passa, si capisce quanto sia stata esponenziale la crescita del movimento. Il portale specializzato Gracenote, che ogni volta si cimenta in questo giochino elaborando un medagliere virtuale sulla base di tutte le prestazioni mondiali dell’ultimo anno, ci accredita di addirittura 46 medaglie in 20 discipline diverse, fra cui 11 ori, e l’ottavo posto nel medagliere assoluto. Quattro anni fa, alla vigilia di Tokyo, ci azzeccò alla perfezione, quindi la previsione va presa piuttosto sul serio. E sarebbe clamorosa. Al Coni più prudentemente fissano l’obiettivo a quota 41, una in più del primato di Tokyo. Finire sotto, invece, dato le premesse, sarebbe oggettivamente una delusione. Secondo alcuni, l’Italia potrebbe addirittura mettere nel mirino il primato dei 14 ori vinti a Los Angeles 1984 (ma questo è un po’ più difficile).

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DOPO L’ATLETICA, IL RITORNO DELLA SCHERMA E LA LOTTA – Su chi puntare allora per questa nuova impresa. In Giappone fu clamoroso il bottino dell’atletica, che conquistò addirittura cinque ori, praticamente il 50% dell’intera spedizione. Anche se l’atletica azzurra ha confermato tutta la sua crescita e potrà regalare altre soddisfazioni, quel risultato è probabilmente irripetibile. Per attenersi sugli stessi standard bisognerà guardare altrove. In particolare alla scherma: quella che è stata storicamente la riserva di medaglie dell’Italia, e che nelle ultime due edizioni aveva riservato delusioni (a Tokyo 5 medaglie ma senza ori) potrebbe tornare a fare la voce grossa, perché oggi più che mai (soprattutto nel fioretto) gli azzurri sono di nuovo al vertice sia a livello individuale (con Marini e Volpi) che di squadra. Il nuoto è una garanzia, il ciclismo su pista farà il suo. La novità potrebbe essere il tennis: l’Italia – che ai Giochi non conquista una medaglia sotto rete da 100 anni – deve scontare l’enorme delusione per l’assenza di Jannik Sinner. Senza il suo numero 1, il movimento della racchetta azzurra punta su Paolini e i doppi per sfatare il tabù. Poi occhio ai cosiddetti “sport minori”, dove la completezza del movimento italiano ci permette sempre di primeggiare: in particolare dalle discipline di tiro (Rossi, Bacosi) e di lotta, il taekwondo (Dell’Aquila e Alessio), la boxe (Mouhiidine), il judo (Bellandi). Quanto agli sport di squadra, speranze sulla pallavolo (che non ha mai vinto, chissà non sia la volta buona, anche se non sembra) e pallanuoto.

L’INCOGNITA DELL’ORO – C’è solo un interrogativo sulla spedizione azzurra, la più numerosa (403 i qualificati) e competitiva di sempre. Ed è nella corsa al metallo più pregiato, e anche più pesante ai fini del ranking per nazioni: le carte da medaglia come visto sono tantissime, quelle da oro forse un po’ meno. Perché anche gli azzurri più attesi – detto di Jannik Sinner che nemmeno partecipa – non partono propriamente favoriti nella propria categoria. Filippo Ganna a cronometro deve vedersela con Remco Evenepoel, fresco di primo podio al Tour de France. Nel nuoto e nell’atletica, le due discipline più in forma, possono puntare realisticamente a vincere solo Thomas Ceccon (nei 100 dorso), Antonella Palmisano (20 km di marcia) e Gianmarco Tamberi (su cui però pesa l’ombra del recente infortunio) nell’alto, più la speranza di Leonardo Fabbri nel peso. Per questo sarà davvero fondamentale indovinare la gara della vita, oltre all’apporto dei cosiddetti “sport minori”. Siccome la posizione del medagliere è determinata esclusivamente dal numero dei primi posti, il rischio è quello di scivolare un po’ indietro rispetto ad altre nazioni meno complete ma più vincenti. Che poi è quello che si è verificato in parte già a Tokyo, quando nonostante l’incredibile totale di 40 podi finimmo “solo” decimi nel medagliere. Non sarebbe una bocciatura, al massimo un rammarico.

X: @lVendemiale