Giustizia & Impunità

Trieste, blitz al Consiglio regionale: condannati tutti i 16 militanti di Casapound. Pene da sei a dieci mesi

Nel 2020 erano entrati senza autorizzazione nel palazzo del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia e avevano fatto irruzione nell’aula consiliare dove era riunita una Commissione sul tema dei migranti. A quasi quattro anni di distanza arrivano le condanne. Il giudice monocratico del Tribunale di Trieste Alessio Tassan, accogliendo la richiesta del pm Pietro Montrone, […]

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Nel 2020 erano entrati senza autorizzazione nel palazzo del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia e avevano fatto irruzione nell’aula consiliare dove era riunita una Commissione sul tema dei migranti. A quasi quattro anni di distanza arrivano le condanne. Il giudice monocratico del Tribunale di Trieste Alessio Tassan, accogliendo la richiesta del pm Pietro Montrone, ha condannato a pene tra i sei e i dieci mesi e al risarcimento dei danni alla parte civile, la Regione Friuli Venezia Giulia, tutti i 16 militanti di Casapound responsabili del blitz.

La vicenda risale al 4 agosto 2020: nella centrale piazza Oberdan, dove ha sede il Consiglio regionale, il gruppo è entrato indisturbato nel palazzo. Saliti al secondo piano sono entrati nell’Aula del Consiglio regionale dove era in corso una seduta di una Commissione convocata sul tema dei migranti. Tra urla e bandiere tricolore, uno di loro prende un megafono e legge un proclama per chiedere la fine dell’immigrazione clandestina attraverso i confini triestini. Un blitz (ovviamente non autorizzato) che ha provocato l’uscita dall’aula di molti consiglieri. Sempre durate quei concitati momenti il consigliere leghista Antonio Calligaris si era rivolto ai militanti affermando che “a quelli sparerei tranquillamente” (riferendosi ai migranti). Scoppiata la polemica, il leghista chiederà scusa affermando di essere “sinceramente pentito”. Poche ore dopo il blitz, invece, il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, presenta una denuncia. I militanti di CasaPound sono stati successivamente identificati e il gup Manila Salvà li aveva rinviati a giudizio.

Per loro l’accusa è di aver causato l’interruzione o comunque aver turbato la regolamentazione di un ufficio pubblico. Sono stati tutti condannati con l’aggravante di aver fatto irruzione in più di cinque persone. In particolare – specifica Il GazzettinoFrancesco Clun, di 35 anni, di Trieste, ex dipendente proprio della Regione, e Nicola Di Bortolo, di 34, di Maniago (Pordenone) (rispettivamente responsabile Giuliano e regionale del movimento), sono stati condannati a dieci mesi di reclusione in quanto responsabili dell’organizzazione dell’azione. Pena ridotta a sei mesi di reclusione per gli altri 14 militanti, che – ad esclusione di un campano – sono tutti friulani. I 16 – difesi dall’avvocato di Udine Giovanni Adami – sono stati anche condannati a risarcire il danno, quantificato in 10mila euro e le spese legali, per 3mila euro.