Parla Stefania Secci, giornalista, modella e influencer di origini cagliaritane, che con la sua denuncia ha portato all’arresto del titolare della MIA Models Italian Academy di Corneliano d’Alba (Cuneo), Paolo Ferrante. L’uomo è finito in manette con la grave accusa di aver violentato almeno cinque modelle. Ai domiciliari anche un 36enne, suo collaboratore. In una intervista a Il Corriere della Sera la Secci ha raccontato la sua reazione alla notizia dell’arresto: “Una vittoria. Non solo mia, ma di tutte le ragazze che sono state vittime di questa persona: senza il loro contributo non sarebbe stato possibile. Ed è proprio questo che voglio dimostrare: quando siamo unite verso un unico obiettivo i cambiamenti possono avvenire”.
I primi contatti con l’agenzia risalgono al 2022: “Mi hanno proposto dei contratti come testimonial, servizi come abiti da sposa e moda mare. Le cifre mi hanno fatto storcere il naso: un totale di 15 mila euro, tantissimi, ma sapevo che la firma sarebbe stata una garanzia per rivalermi eventualmente contro l’agenzia. Quei soldi non li ho mai visti, ma le cose più gravi sono accadute più tardi”.
Poi un fatto grave: “Ad aprile 2023, durante un lavoro fotografico, Paolo Ferrante mi ha toccata senza il mio consenso. Eravamo soli, in un edificio abbandonato (…) mi sono spaventata e alterata. Sono una persona impulsiva e ne è nata una discussione accesa. Poi mi sono ricordata quello che raccomando sempre alle ragazze: in queste situazioni bisogna disinnescare il pericolo. Ho cercato di placare i toni, mi sono fatta riaccompagnare in stazione e non l’ho mai più visto”.
Poi la vittima delle molestie ad ottobre ha iniziato “a contattare tutte le ragazze che vedevo sui suoi account: c’era chi non veniva pagata, chi molestata e chi addirittura era stata violentata. Sicuramente ci sono ancora tante ragazze che non hanno trovato il coraggio di denunciare. Ma sono sicura che l’arresto di Ferrante le porterà a credere nella giustizia: le accompagnerò io stessa, se necessario”.
Alcuni dettagli della denuncia fanno rabbrividire: “A quelle che vedeva più inesperte – ha raccontato all’Ansa – proponeva la realizzazione di cortometraggi ‘sulla violenza sulle donne’. Lui faceva la parte dell’attore maschile e provava a stuprarle”. La parola ora passa alla giustizia.