Mano sul petto, occhi chiusi o rivolti verso il cielo. Lo aspettavano da una vita intera. Ma qualcosa sembra andare storto: non è l’inno del Sud Sudan quello che si sente al Pierre Mauroy, ma quello del Sudan. La gaffe dell’organizzazione parigina rovina un momento storico per il basket africano. Un errore clamoroso che ha suscitato grande scalpore tra i giocatori: facce indispettite e stranite. E la commozione di Gabriel e compagni si trasforma in rabbia, o quantomeno delusione per il loro esordio olimpico. Poco dopo, l’inno è stato interrotto bruscamente con annesse scuse dello speaker, mentre dagli spalti è partito un grosso applauso in segno di solidarietà.
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L’inno sbagliato al debutto olimpico
Un errore che ha del clamoroso. Un debutto peggiore di così non poteva esserci, per di più alla loro prima Olimpiade. Pochi attimi prima della partita valida per il Gruppo C tra Sud Sudan e Porto Rico, l’inno nazionale è quello sbagliato. 13 anni dopo aver raggiunto l’indipendenza (al termine di una guerra civile che è costata migliaia di vittime), il paese più povero del mondo avrebbe sperato in un esordio migliore. Per loro è molto più di semplice pallacanestro: mostrare la propria bandiera al mondo intero è un enorme orgoglio. Farlo con l’inno nazionale giusto, forse, sarebbe stato decisamente meglio.