Cronaca

L’insegnante in ferie che prepara i pasti per i naufraghi sulla nave di Emergency: “Perché sono qui? Sento la mancanza della politica”

In queste settimane un giornalista de Ilfattoquotidiano.it si trova a bordo della nave Life Support di Emergency impegnata nella sua 22esima missione nel mediterraneo centrale. Da quando ha iniziato la sua attività nel dicembre 2022, la nave umanitaria di Emergency ha recuperato 1856 persone. Con una serie di video e articoli documenteremo le fasi di preparazione e le operazioni in mare.

“Perché lo facciamo? Perché sentiamo che c’è una mancanza da parte della politica italiana ed europea se tante persone continuano a morire nel Mediterraneo”. Elena Damiani è un’insegnante di educazione fisica marchigiana. A giugno ha scelto di passare un mese delle sue ferie salendo a bordo della Life Support da volontaria. “Ho realizzato un sogno” racconta mentre pulisce le ultime stoviglie della cena. Il suo ruolo è quello di aiuto cuoco. “Sistemo la cambusa dopo i pasti, ma diciamo che tutti i giorni sono una preparazione per quando si farà il salvataggio”.

Quando i naufraghi salgono a bordo prepara tutti i pasti per loro. Colazione, pranzo e cena. “Non è un compito facile. Nella missione precedente le persone salvate sono state 178. La nave era praticamente piena”. Nell’equipaggio della Life Support ognuno un ruolo specifico “ma anche se siamo divisi in team, lavoriamo come un’unica squadra quando c’è una situazione grande da gestire”.

Quando il salvataggio è in corso non c’è il tempo per le emozioni. Nella scorsa missione l’equipaggio ha effettuato tre salvataggi in un solo giorno. “Sono state 24 ore di fuoco dove non c’è tempo per pensare – ricorda Elena – ma poi quando ci ripensi, quando pensi ai loro occhi di fronte a un piatto di lenticchie, all’applauso quando è stato annunciato che saremmo sbarcati in Italia, o quando sono scesi al porto, o semplicemente ai loro grazie, ci pensi ed è una cosa bella”. Per la volontaria “sono esperienze che farebbero bene a tutti. Ai giornalisti che possono raccontarle. Ma anche ai politici che possono cambiare le cose con una legge. Io li inviterei per provare questa esperienza”.