Dopo la prima catena umana sul litorale savonese organizzata lo scorso anno per contestare la decisione di Giovanni Toti di proporre la Liguria come destinazione del trasferimento del rigassificatore attualmente ormeggiato a Piombino, l’iniziativa si ripete e migliaia di cittadini si uniscono a formare una “muraglia” per difendere il territorio da quello che definiscono un “mostro”. Contestano l’utilità dell’infrastruttura fossile, considerato il calo del consumo di gas in Italia oltre all’impatto della filiera del GNL, dall’estrazione al trasporto per arrivare a livello locale alla collocazione del rigassificatore a 2,8 chilometri dalla costa savonese, di fronte al porto di Vado. Tra i presenti tutti i partiti dell’opposizione, da sempre contro la scelta presentata, e qualche esponente di centrodestra. Qui Salvini presentò il progetto di trasferimento del rigassificatore insieme a Toti, eppure ora i partiti della ex-maggioranza del consiglio regionale ligure fanno dietrofront e, a partire proprio dalla lega, sostengono di essere diventati contrari a fronte della sollevazione di tutti i sindaci del territorio savonese.

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