La gioia e poi il dolore. Dai balli e dalle urla di gioia nel parco chiuso, George Russell è piombato in un incubo prima della pausa estiva. La vittoria con la strategia a una sosta in gara aveva sorpreso tutti, lo stesso sentimento dell’inglese quando, poco prima delle 18, un documento della Fia ha aperto l’investigazione decisiva che ha portato poi alla sua squalifica. La sua Mercedes, infatti, era più leggera di 1,5 chili rispetto al minimo consentito dal regolamento (798 chili) e per questo l’inglese ha chiuso il GP di Spa con zero punti. Niente terzo successo della carriera quindi per George (dopo Brasile 2022 e Austria 2024), ma vittoria numero 105 per Lewis Hamilton, arrabbiato col team a fine corsa per non essere andato sulla stessa strategia del compagno e alla fine vincente dopo Silverstone.
Con la squalifica di Russell — che proprio a Spa nel 2021 si era preso il primo podio in carriera, nel GP percorso per due giri dietro alla Safety a causa del maltempo — sul podio sono finiti Oscar Piastri e Charles Leclerc. L’australiano ha fatto ben meglio del suo compagno Lando Norris, 5° finale ma dietro a Verstappen (4°) nonostante i suoi proclami di lotta al titolo. Specie se Max scattava 11° per la penalità legata al cambio motore, su una RB20 non più eccellente come a inizio campionato. Troppi gli errori per l’inglese, che ha chiuso davanti a Sainz, Pérez (fantasma e col posto a rischio prima della pausa estiva), Alonso, Ocon e Ricciardo.
Il commento di gara – Per la Ferrari una vettura più prestazionale (più sulle hard rispetto alle medie), dopo quella vista nel quartetto di gare Canada-Barcellona-Austria-Silverstone, ma purtroppo dietro rispetto a una Mercedes incredibilmente pimpante e brava ad aver azzeccato la scelta del fondo, tornando a quello vecchio dato che quello aggiornato, introdotto venerdì, portava saltellamenti in pista. La pausa servirà per il team di Maranello a riposarsi, lavorare e portare quelle novità attese nella seconda parte di stagione da vedere poi sulla vettura 2025. La buona notizia è che il fondo carico introdotto in Ungheria garantisce meno bouncing, tornato nel finale per Leclerc tra le curve veloci e con la SF-24 più scarica. La negativa però è che la Rossa è dietro alle tre inglesi di testa e, come detto da Vasseur, ci sono “due decimi da recuperare” per ritornare a lottare avanti.
Per la Red Bull va segnalata invece la mancanza di passo sull’asciutto rispetto a una vettura migliore per comportamento sul bagnato, nelle qualifiche di sabato. E anche l’altra pessima prestazione di Pérez, che scattava secondo ma si è fatto bruciare al via da Hamilton prima di retrocedere lentamente e venire passato nel finale da Sainz. Non un bene per la classifica Costruttori, dove la Red Bull resta davanti alla McLaren di soli 42 punti (408-366). Alla vettura della bevanda energetica manca il giusto compromesso, e intanto non è più veloce come l’anno scorso e a inizio campionato. La vera delusione del GP è sicuramente anche Lando Norris, che ha sbagliato ancora la partenza, finendo lungo in curva 1, ed è sempre rimasto dietro, con una gara conclusa lontanissimo dal podio. La sensazione è che regga poco la pressione della vittoria e su questo dovrà crescere ancora molto, con la necessità di reagire subito dopo la pausa estiva già dal GP di Zandvoort.
Dall’altro lato del box c’è un Piastri che a conti fatti si è preso un buon risultato, dopo il successo in Ungheria, in una gara però fatta di errori decisivi. Per andare infatti lungo in piazzola di sosta nell’ultimo pit, ha perso quel secondo in più che lo avrebbe portato a lottare per la vetta contro il duo Mercedes e forse al secondo posto finale dietro Russell, che sarebbe valso comunque la vittoria. Un errore in buona fede di un pilota in grande crescita dal GP di Imola in avanti. E intanto in casa McLaren è stato fatto un passo avanti nelle strategie, con l’australiano in particolare (Norris si è compromesso la gara in partenza).
La vera strategia da applausi però è quella della Mercedes e di Russell, unico entrato per una sola sosta approfittando del basso degrado delle gomme dure, complice anche il nuovo asfalto e temperature non alte. Con un secondo pit avrebbe quasi certamente concluso la gara in sesta posizione. Poi la squalifica, un vero dramma per George in un weekend complicatissimo. Nel finale poi ha resistito alla grande agli attacchi di Hamilton. Lewis ci ha provato, ma non è riuscito a passarlo con le gomme dure più fresche di 16 giri e il Drs a disposizione: “Il secondo pit per le dure? Ho pensato anche io alla sosta singola ma il team ha deciso così”, ha detto deluso Lewis nel post-gara. Poi però è successo l’inaspettato.