Cinema

Politica e interessi privati muovono il mondo: passano i secoli, ma la storia è sempre la stessa. Ecco perché “Those About to Die” è lo specchio di chi siamo oggi

Solo guardando in faccia la ferocia umana, ci si può rendere conto di dove ci si possa spingere a costo della morte, oltrepassando i limiti del sentimento e del sentire comune

di Andrea Conti
Politica e interessi privati muovono il mondo: passano i secoli, ma la storia è sempre la stessa. Ecco perché “Those About to Die” è lo specchio di chi siamo oggi

L’animo umano è sempre lo stesso. Passano i secoli, ma siamo sempre lì mossi da denaro, politica e interessi privati e personali. Nonostante il kolossal a puntate di Prime Video “Those About to Die” sia ambientato negli anni dell’eruzione del Vesuvio e dell’incendio di Roma (79 e 80) durante il governo dei Flavii Vespasiani, è una fotografia attuale e impietosa del mondo e dei tempi che stiamo vivendo. Ci chiediamo allora: ma è proprio vero che la storia non insegna nulla? La risposta la potrete trovare al termine della visione della serie in costume.

La premessa è che “Those About to Die” è il degno erede della tradizione del “peplum”, il genere cinematografico dei film storici in costume ambientati nel periodo biblico, nel periodo della Grecia e della civiltà romana. Il genere è diventato popolarissimo in America, ma anche in Italia, negli Anni 70 per poi vivere il naturale declino. “Those About to Die” è una produzione internazionale girata però a Cinecittà e a Cinecittà World.

La serie tv ricostruisce le relazioni, tutt’altro che serene, dei membri della dinastia flavia: l’imperatore Vespasiano (Anthony Hopkins) con i figli il militare Tito (Tom Hughes) e il politico astuto e feroce Domiziano (Jojo Macari). A loro si aggiungono anche i giochi di potere tra i patrizi, su tutti svettano Antonia (Gabriella Pession) e il marito Marsus (Rupert Penry-Jones). Co- protagonista principale è il corrotto e sensibile, allo stesso tempo, Tenax che ha il volto di Iwan Rheon. Ci sono anche le storie parallele interessanti come l’intensa Sara Martins nel ruolo di Cala e il tormentato e debole Rufus, interpretato dal bravissimo Michael Maggi.

Sullo sfondo c’è la storia, le corse con le bighe dei cavalli al Circo Massimo, la costruzione del Colosseo e la ferocia dei gladiatori alle prese con efferatezze per il solo gusto di intrattenere l’imperatore e il pubblico romano. Tra questi ci sono l’egocentrico Scorpus (Dimitri Leonidas) campione dei ludi circensi e i gladiatori Viggo (Johannes Johannesson) Kwame (Moe Hashim). Il finale – a tratti sorprendente – lascia aperto a una seconda stagione di “Those About to Die”.

La morale del tutto è che solo guardando in faccia la ferocia umana, ci si può rendere conto di dove ci si possa spingere a costo della morte, oltrepassando i limiti del sentimento e del sentire comune.

L’uomo è e rimarrà per sempre un egoista cronico? Ai posteri l’ardua sentenza. Se ci arriveremo tutti vivi.

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