Il Regno Unito torna a guardare Oltremanica. Dopo 14 anni di governo Tory, l’Unione europea prova un riavvicinamento con Londra e con il nuovo governo laburista potrebbe aver trovato per la prima volta una sponda favorevole. Secondo indiscrezioni pubblicate dal Guardian, nell’incontro tra il primo ministro britannico, Keir Starmer, e il capo del governo spagnolo, Pedro Sanchez, il leader di Madrid ha recapitato all’omologo un’offerta sulla mobilità giovanile: libera circolazione per un massimo di quattro anni a tutti i cittadini tra i 18 e i 30 anni.

Non è una proposta nuova quella recapitata da Sanchez al 10 di Downing Street e non è chiaro quanto questa sia condivisa tra i 27 Stati membri o rappresenti, invece, una libera iniziativa del governo iberico da, magari, proporre poi in sede di Consiglio Ue. Fatto sta che ad aprile scorso la medesima idea era stata presentata all’esecutivo guidato dal conservatore Rishi Sunak che, però, aveva rispedito l’offerta al mittente. Con Starmer, invece, l’approccio è cambiato: il nuovo premier non arriverà, almeno nel breve periodo, a rimettere in discussione il risultato del referendum sulla Brexit, ma da sempre promette di ammorbidire i rapporti con l’Unione europea.

Così l’incontro privato con Sanchez, a margine del vertice della Comunità politica europea tenutosi all’inizio di luglio, si è trasformato in un’opportunità anche per il prime minister che ha detto di prendere in considerazione l’idea di arrivare a un accordo su questo primo punto, per cercare di favorire almeno la mobilità, lo studio e le esperienze lavorative dei più giovani da entrambe le sponde della Manica. Nel suo programma politico presentato in occasione delle ultime elezioni Starmer aveva inserito che non ci sarebbe stato “nessun ritorno alla libertà di movimento”, ma un accordo bilaterale con la Spagna o un’intesa limitata a una precisa fascia di età potrebbe non essere considerata un tradimento di questa promessa.

Anche perché una decisione del genere non rappresenterebbe un unicum nel panorama dei rapporti bilaterali della Gran Bretagna che vanta accordi sulla mobilità giovanile con 13 Paesi extra-Ue, tra cui Australia, Canada, Nuova Zelanda, Giappone, Islanda e Uruguay. Non si tratta di veri e propri via libera, ma di minori restrizioni sulla mobilità giovanile che, caso per caso, prevedono comunque il rilascio di visti o l’impossibilità di godere dei servizi sanitari gratuiti destinati ai cittadini o residenti in Gran Bretagna. La proposta spagnola, però, sembra compiere passi in avanti ulteriori rispetto a queste formule.

Un portavoce del governo ha smentito, parlando al Telegraph, quanto trapelato specificando che non c’è alcuna intenzione di venire meno alla volontà popolare espressa in occasione del referendum sull’uscita dall’Unione europea: “Siamo stati chiari sul fatto che non rientreremo nel mercato unico, nell’unione doganale né reintrodurremo la libertà di movimento. E non stiamo prendendo in considerazione un programma di mobilità giovanile”. A gennaio, nel frattempo, il sindaco di Londra Sadiq Khan ha chiesto un accordo che consenta ai giovani di circolare liberamente da e verso l’Ue, motivandolo con la necessità di attenuare i danni economici e culturali causati dalla Brexit. Presto si capirà quale strada ha intenzione di imboccare il premier Keir Starmer.

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