I tassi di Escherichia-coli e degli altri batteri sono risaliti oltre il consentito. Il simbolo delle Olimpiadi rischia di essere compromesso per un temporale. Le gare verranno posticipate, limitate, o addirittura spostate in un'altra location
L’unico tuffo degno di nota nelle inquinate e impraticabili acque del fiume Senna potrebbe averlo fatto la fede nuziale di Gianmarco Tamberi durante la cerimonia d’apertura dei Giochi Olimpici. Per gli atleti, invece, è tutto rimandato. Per l’ennesima volta. Per il secondo giorno consecutivo, infatti, la sessione di allenamenti di triathlon è stata nuovamente cancellata. La perplessità si è trasformata in preoccupazione per l’inadeguatezza di un “campo da gara” mai reso balneabile per eventi sportivi da oltre un secolo. Non è un mistero, la Senna è biologicamente morta sin dagli anni Sessanta. Sopra alle soglie, oltre i livelli di inquinamento. A riassumere la situazione ci sono le parole di Gregorio Paltrinieri che senza mezzi termini definisce l’organizzazione “una presa in giro per l’acqua fredda e sporca“.
Le forti piogge dei giorni scorsi hanno ulteriormente aumentato la possibilità di mettere a rischio la salute degli atleti riaccendendo inquietudini e timori: 16 millimetri caduti dal cielo sono bastati a sabotare i programmi, mentre i tassi di Escherichia-coli e degli altri batteri sono saliti oltre il consentito. Molto probabilmente le gare verranno posticipate, limitate, o addirittura spostate in un’altra location. Il classico piano B. E pensare che i Giochi erano stati assegnati a Parigi anche perché la “resurrezione della Senna” era l’obiettivo più ambizioso e spettacolare del progetto, capace di sedurre gli ambientalisti. Una situazione surreale che alimenta dubbi e domande anche da un punto di vista pratico, perché gareggiare in fiume è ben diverso piuttosto che farlo in un lago o in mare. La Senna spacca in due la città parigina, così anche l’opinione pubblica. E il tuffo-decreto della sindaca Anne Hidalgo si è rivelato solo una messa in scena che ha distorto la realtà dei fatti.
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Una spesa di 1,4 miliardi di euro
Un bacino di deflusso delle dimensioni di una cattedrale sotto la stazione ferroviaria Gare D’Austerlitz, in grado di raccogliere fino a 50mila metri cubi di acqua piovana in eccesso. Poi una revisione del trattamento delle acque reflue in tutta la regione per garantire che l’acqua arrivi a Parigi in uno stato più pulito. E ancora: l’installazione di una super-fognatura lunga quasi 9 chilometri costruita a sud della città. Ma anche grandi campagne pubblicitarie. Tutto questo è l’immenso progetto di bonifica, costato 1,4 miliardi di euro, per rendere la Senna il campo gara di triathlon e nuoto in acque libere. Il simbolo delle Olimpiadi che rischia di essere compromesso per un temporale. Nuotare in sicurezza ha comportato a un’impresa ambientale destinata forse a rimanere incompiuta.
Indignati per le spese folli e per la mancanza d’attenzione di questioni socialmente rilevanti (come l’aumento dei costi di trasporto e la rimozione forzata dalla capitale dei senzatetto), alcuni cittadini parigini hanno lanciato un flashmob con l’hashtag #JeChieDansLa SeinLe23Juin, letteralmente “Ho c****o nella Senna il 23 giugno”. Una vera e propria defecazione di massa che è diventato virale sul web. Tutto uno scherzo: nessuno ha defecato nel fiume ma tantissimi hanno aderito alla protesta.
Il tuffo di Hidalgo (tra i batteri)
Un tuffo contro lo scetticismo. “Dopo 100 anni di divieto, gli atleti faranno il grande salto tra pochi giorni durante i Giochi. L’estate prossima vi tufferete nel fiume senza correre rischi”. La sindaca di Parigi Anne Hidalgo – che si è tuffata nelle acque della Senna lo scorso 17 luglio in diretta nazionale – ha scelto il giorno peggiore. Tempismo pessimo. Secondo un’indiscrezione di FranceInfo, infatti, la Hidalgo avrebbe nuotato nell’unico giorno (nell’arco di una settimana) in cui il tasso di due batteri avrebbe superato la soglia critica.
Come gareggiare nella Senna. E spunta il piano B
Poche garanzie e tante domande. Le correnti del fiume possono rappresentare una grande incognita per una disciplina che è sempre stata organizzata nei laghi o nel mare. Le gare di nuoto del triathlon previste per il 30-31 luglio e 5 agosto (e la maratona di nuoto di fondo l’8 e 9 agosto) partiranno dal ponte Alexander III che rappresenta un punto di attraversamento tra l’Hôtel des Invalides e i giardini alla base degli Champs Elysées: dunque, una sorta di percorso delineato che consentirebbe agli atleti di non essere vittima di correnti a favore, e soprattutto sfavorevoli.
Nel frattempo, è corsa contro il tempo. Il triathlon maschile, previsto per martedì 30 luglio alle ore 8, potrebbe essere spostato al 1 o al 2 agosto. Spunta anche il piano B che riguarda l’ipotesi – non apprezzata dagli atleti – di annullare il nuoto del triathlon, lasciando così solo corsa e ciclismo e spostando le gare di nuoto di fondo, a Vaires-sur-Marne, sul fiume Marna a est di Parigi. L’opzione più remota sarebbe quella di spostare la location: una possibilità che significherebbe fallimento, a tutti gli effetti.
Gli sfottò social
Ovviamente, i social non sono rimasti a guardare. Gli utenti si sono tuffati negli sfottò e nei meme più disparati: c’è chi usa l’intelligenza artificiale, chi invece cita cartoni animati che ricreano personaggi non del tutto umani. Chi si tuffa potrebbe assumere quelle sembianze. E anche il commento tecnico dei telecronisti Rai in diretta televisiva non è da meno: “In sala stampa c’è un caffè che probabilmente è stato fatto con le stesse acque della Senna”.
“Ma ora colleghiamoci a bordo Senna con i nuotatori per le loro sensazioni dopo il primo allenamento”.#Parigi2024 #Giochiolimpici pic.twitter.com/G0zN0e1QjK
— Luca Petitti (@luca_petitti) July 29, 2024
“Stiamo monitorando molto da vicino il livello della Senna, scende molto rapidamente, le previsioni del tempo ci dicono che sarà sereno, oggi in particolare fa molto caldo. Siamo fiduciosi che riusciremo a far svolgere le gare e a non cancellare il triathlon domani e mercoledì”, ha dichiarato il dg del Comitato organizzatore, Etienne Thobois. Il Comitato resta fiducioso, gli atleti un po’ meno. Il fallimento totale è dietro l’angolo. Per un’edizione olimpica che rischia un flop senza precedenti. E nuotare nella Senna rimane una follia.