Matteo Renzi ha fermato il suo pendolo: d’ora in poi, ha annunciato in un’intervista al Corriere, starà col centrosinistra per “chiudere la stagione dei veti”. Ma la nuova scelta di campo dell’ex premier sta creando qualche problema in vista delle Regionali in Liguria, dove si voterà a ottobre in seguito alle dimissioni di Giovanni Toti, il governatore arrestato per corruzione. A Genova, infatti, Italia viva sostiene la giunta di centrodestra del sindaco Marco Bucci, strettissimo alleato di Toti: e in quella giunta esprime addirittura un assessore, Mauro Avvenente, ex consigliere comunale del Pd passato all’altra sponda alla vigilia delle ultime Comunali. Così ora l’apertura dei renziani a sostenere Andrea Orlando, ex ministro dem candidato in pectore del campo largo, incontra un certo scetticismo nell’ala sinistra della coalizione. “Gli elettori ci chiedono cambiamento, coerenza e coraggio. Mi chiedo come possa rappresentare questi concetti un partito che, nella stessa città, appoggia insieme la destra e la sinistra“, attacca Ferruccio Sansa, consigliere regionale uscente e ultimo sfidante di Toti alle elezioni. “Serve un’alleanza compatta, non un’ammucchiata. Se Iv vuol sostenere l’alternativa a Toti sarebbe il minimo che uscisse dalla giunta Bucci”, incalza. Anche Gianni Pastorino, leader della sinistra di Linea condivisa, non lascia margini: “Italia viva deve uscire dalla maggioranza in Comune, altrimenti noi non ci stiamo”, afferma all’Huffpost.

Insomma, il rischio per il Pd è di perdere per strada gli alleati storici sul territorio inseguendo le sirene dei renziani. Fabio Tosi, capogruppo uscente del M5s, lo dice chiaro al fatto.it: “La coalizione ha molto più interesse a tenere dentro noi che Italia viva, anche per le iniziative, le proposte e il lavoro comune di quattro anni. Abbiamo fatto insieme un percorso di rispetto e affidabilità che altri non possono garantire”, sottolinea. Anche Orlando, peraltro, sul tema sembra voler mettere dei paletti: “La precondizione dev’essere la volontà di rompere con il sistema Toti-Bucci“, ha detto lunedì, intervistato a Radio Anch’io su Rai Radio 1, affiancando non a caso il nome del sindaco a quello del governatore. “Matteo Renzi nel caso ligure ha espresso un giudizio non proprio lusinghiero sulla eventualità di una mia candidatura, quindi su questo magari è necessario fare un approfondimento. Quello che ritengo importante, ancor più in Liguria, è una verifica su alcuni punti, perché non si può fare e disfare una coalizione sulla base di un’intervista”, sottolinea. Chiedendo “una volontà chiara di rompere con un sistema che si era creato in Liguria, che metteva in discussione la dinamica democratica e che in qualche modo ha visto in Toti e Bucci i protagonisti”. Quasi in contemporanea però Raffaella Paita, leader del renzismo nella regione, lo ha avvertito su La7: “La Liguria è un territorio complesso, in cui una visione schematica non basta. Se non c’è un centro riformista, con un occhio al civismo, non si vince”.

Scegliendo di appoggiare Orlando (o chi per lui) contro il candidato dell’area Toti, peraltro, Renzi si è attirato gli strali degli ex alleati di Azione, che lo accusano di aver ceduto al giustizialismo: “Mi sembra che abbia fatto una scelta di campo e si stia producendo in ripetute prove di fedeltà, a costo di digerire posizioni opposte alle sue convinzioni”, lo ha provocato il deputato Enrico Costa in un’intervista al Tempo. Affermazioni a cui l’ex premier ha risposto con una lettera aperta allo stesso giornale: “Siamo stati all’opposizione di Toti e saremo parte della coalizione di centrosinistra ma senza mai usare un linguaggio barbaro e manettaro. Una volta che abbiamo detto che a sinistra ci sono giustizialisti, che si fa? Si chiudono gli occhi e si finge di non vedere che ve ne sono anche a destra?”, scrive Renzi. “Se Giovanni Toti ha scelto di mollare avrà avuto le sue ragioni personali, che rispetto. Ma non capisco perché la sua maggioranza non l’abbia sostenuto fino in fondo. Non sarà che anche a destra qualcuno ha volentieri approfittato della vicenda giudiziaria? La dico in modo chiaro: non prenderò mai lezioni di garantismo da questa destra”, afferma. E contrattacca rivendicando che Italia viva, a differenza di Azione, “non ha partecipato alla manifestazione di Genova per chiedere le dimissioni di Toti“. Una bella medaglia per candidarsi contro di lui.

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