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“L’Italia rispetti la decisione dell’Aja, stop aiuti a Israele finché non cessa l’occupazione”: la petizione e la lettera a Meloni dopo il verdetto

Un invito ufficiale alla premier Giorgia Meloni a “rendere effettivi i principi di diritto” sanciti dalla Corte internazionale di giustizia, e quindi, tra le altre cose, a “prendere atto dell’illegalità dell’occupazione militare della Palestina e a non prestare aiuto o assistenza allo Stato di Israele sino a quando perdurerà tale antigiuridica situazione”. L’iniziativa arriva dall’avvocato barese Luigi Paccione, esperto in class action istituzionali (l’anno scorso ha fatto condannare il governo per il danno d’immagine derivante dalle condizioni del Cie di Bari), che ha scritto una lettera a palazzo Chigi dopo il parere vincolante con cui, il 19 luglio, la Corte dell’Aja – principale organo giudiziario delle Nazioni unite – ha ordinato a Tel Aviv di cessare la presenza illegale nei territori palestinesi occupati. Il legale, insieme al collega Alessio Carlucci e ad altri tre firmatari, chiede al governo di collaborare con l’Onu per dare una ricaduta concreta a quella sentenza, adempiendo “agli obblighi imposti allo Stato italiano dalle leggi costituzionali e sovranazionali“: in particolare all’articolo 11 della Carte delle Nazioni unite, secondo cui “ogni Stato ha il dovere di favorire (…) la realizzazione del principio di uguaglianza dei diritti dei popoli e del diritto degli stessi all’autodeterminazione”. Il testo della lettera si trova anche sulla piattaforma change.org a corredo di una petizione rivolta al governo (si può firmare qui).

Nella missiva, i firmatari ricordano i principi enunciati nel parere della Corte di giustizia: “L’occupazione del territorio palestinese integra condotta illegale perché lesiva delle norme di diritto internazionale“, e “lo Stato d’Israele è obbligato dal diritto internazionale a mettere fine nel più breve tempo possibile all’occupazione”, nonché “a cessare immediatamente ogni nuova attività di colonizzazione e a ordinare a tutti i coloni di evacuare la terra di Palestina” e “a risarcire i danni causati dalle sue illegali condotte alle persone fisiche e/o giuridiche presenti nel territorio palestinese”. Infine, “tutti gli Stati sono obbligati a prendere atto della illegalità dell’occupazione militare della Palestina e a non prestare aiuto o assistenza allo Stato di Israele sino a quando perdurerà tale antigiuridica situazione”. E proprio quest’ultima è la principale condotta richiesta al governo italiano, ricordando il paragrafo 274 del parere, in base al quale “tutti gli Stati possono essere considerati aventi interesse giuridico alla protezione dei diritti violati“. Ma non solo: “Vogliamo che il governo adotti atti che dichiarino espressamente la condivisione di quel parere vincolante. Vogliamo smuovere il silenzio che c’è stato intorno alla decisione”, spiega l’avvocato Paccione al fatto.it.